Israele, Hamas cessa il fuoco ma annuncia possibili attacchi su Tel Aviv dalla mezzanotte. Biden protesta con Netanyahu per il numero di vittime

Cresce il bilancio delle vittime: dopo gli ultimi attacchi sono almeno 139 le persone morte a Gaza, fra cui 39 bambini

Hamas cesserà il fuoco verso Tel Aviv per due ore a partire delle 22 locali (le 23 italiane). Dopo di che, si legge sul canale Telegram dell’ala militare di Hamas, «su ordine del comandante Mohammed Deif gli abitanti della città israeliana torneranno a stare su una gamba sola», ossia in uno stato di incertezza e di ansia per possibili attacchi.


I colloqui di Biden con Netanyahu e Abu Mazen

Il presidente americano Joe Biden, parlando al telefono col premier israeliano Benyamin Netanyahu e con il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen. Biden ha detto al primo ministro di Israele di essere preoccupato per le vittime civili di entrambe le parti e per la sicurezza dei giornalisti, la cui protezione deve essere rafforzata. Durante il colloquio con Abu Mazen – il primo dall’insediamento, a gennaio, alla Casa Bianca – , il presidente degli Stati Uniti ha parlato degli «ultimi sviluppi» a Gaza, dove l’escalation si è fatta via via più preoccupante e dove l’aviazione israeliana ha distrutto diversi edifici che ospitavano, tra le altre cose, uffici giornalistici e appartamenti privati. Il presidente palestinese ha chiesto al presidente degli Usa di intervenire «per mettere fine agli attacchi israeliani» e Biden – secondo la Wafa – ha assicurato che gli Stati Uniti stanno «già facendo sforzi con le parti interessate per raggiungere quello scopo». Biden avrebbe poi confermato l’impegno americano per la cosiddetta ‘Soluzione dei due Stati‘, criticando ogni «misura unilaterale» di insediamento unilaterale.


Ap dopo l’attacco alla sede a Gaza: «Inorriditi, il mondo saprà meno di quello che sta accadendo qui»

«Siamo scioccati e inorriditi dal fatto che l’esercito israeliano abbia preso di mira e distrutto l’edificio che ospita l’ufficio dell’Ap e di altre organizzazioni giornalistiche a Gaza». Con queste parole il presidente e Ceo Gary Pruitt ha commentato la distruzione della sede palestinese dell’agenzia di stampa americana, avvenuta nella notte dopo un raid dei caccia israeliani. «Conoscevano da tempo l’ubicazione del nostro ufficio e sapevano che c’erano dei giornalisti», continua Pruitt in una lettera diffusa dopo il bombardamento. «Abbiamo ricevuto un avviso che l’edificio sarebbe stato colpito, ma stiamo cercando informazioni dal governo israeliano e siamo impegnati con il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti per cercare di saperne di più. Abbiamo evitato per un pelo una terribile perdita di vite umane», sottolinea Pruitt che ha sottolineato la «fortuna di aver lasciato in tempo il grattacielo insieme a una dozzina di giornalisti e liberi professionisti». Il numero delle vittime causate dagli interventi militari via aria su Gaza è vicino alle 140 persone. Di queste più di 30 sono bambini. Una decina le vittime nel resto di Israele.

Netanyahu a Biden: «Facciamo di tutto per non colpire innocenti»

A ridosso delle nuove incursioni militari il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avuto una telefonata con il presidente Usa Joe Biden. «Israele fa tutto il possibile per evitare di colpire persone non coinvolte», ha riferito nella conversazione il leader israeliano al capo della Casa Bianca. «La prova», ha aggiunto, «è che le torri, al cui interno c’erano obiettivi terroristici, attaccate dall’esercito, sono state sgomberate dalle persone non coinvolte». Netanyahu ha aggiornato Biden sugli sviluppi e azioni future di Israele e lo ha ringraziato per il sostegno «incondizionato al diritto dello Stato ebraico di difendersi».

Le reazioni dell’Ue

Nel frattempo la situazione in Palestina e in Israele preoccupa l’Unione europea. Il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio ha parlato al telefono con Josep Borrell, alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ed è emersa la necessità di organizzare a stretto giro una riunione straordinaria tra i ministri degli Esteri europei. In questi giorni le istituzioni europee hanno fatto appello alla richiesta di cessate il fuoco, ma gli scontri non si fermano: solo poche ore fa l’esercito israeliano ha distrutto il palazzo di al-Jala, nel pieno centro di Gaza, che ospitava gli uffici dell’Associated Press e di Al Jazeera.

Hamas: «La nostra reazione scuoterà Israele»

Dopo l’attacco alla torre di al-Jala, a Gaza, dove avevano sede alcuni media internazionali, tra cui Al Jazeera e l’Associated Press, il portavoce delle Brigate Ezzedin al-Qassam, ala militare di Hamas, ha annunciato: «La nostra reazione scuoterà Israele. Ora state a guardare». Nel frattempo, un razzo sparato dalla Striscia è esploso oggi nel centro della città araba di Taibeh (40 mila abitanti), nel centro di Israele. Fonti locali hanno aggiunto che sull’asfalto si è creato un cratere che è stato coperto con una bandiera palestinese.

La risposta di Hamas

Sono decine i razzi lanciati da Gaza poco fa su Tel Aviv e sulla zona metropolitana. Colpito anche un edificio nel sobborgo cittadino di Ramat Gan, da cui si leva una colonna di fumo. Le Brigate Al – Qassam, l’ala militare di Hamas, hanno rivendicato la paternità di questo ultimo attacco missilistico sferrato contro l’intera area urbana attorno a Tel Aviv. «Si è trattato – ha precisato Hamas – della risposta alla strage avvenuta nel campo profughi di Shati». Al momento, si conta almeno una vittima. «Alcuni elementi di spicco della organizzazione terroristica Hamas sono stati attaccati la scorsa notte in un appartamento utilizzato come infrastrutture terroristica nella zona di Shati, nel nord della Striscia di Gaza», ha invece annunciato un portavoce militare israeliano. Hamas, ha aggiunto, «usa deliberatamente civili come scudi umani per proteggere le proprie attività ostili». «Le nostre forze armate – secondo il portavoce – ricorrono a tutte le precauzioni possibili per far sì che civili non siano colpiti durante le proprie attività operative».

L’attacco a un campo profughi palestinese

Le forze israeliane hanno condotto attacchi anche contro il campo profughi di Al-Shati, nel nord della Striscia, dove sono rimasti uccisi 10 persone, tra cui 2 donne e 8 bambini, tutti membri della stessa famiglia Abu Hatab. Secondo i media locali, decine di persone sarebbero ancora sotto le macerie dopo un attacco a una casa di tre piani dentro al campo.

I razzi da Gaza

Sono ripresi questa mattina i lanci di razzi da Gaza verso il sud di Israele, in particolare nelle città di Ashkelon e Ashdod. Le stesse, insieme a Beer Sheva, Sderot e aree limitrofe, sono state bersaglio di un intenso lancio di razzi la notte scorsa. Secondo l’esercito i razzi sono stati circa 200, la maggior parte intercettata dal sistema anti-missilistico Iron Dome. Uno dei missili lanciati da Gaza e durante la notte ha centrato un appartamento ad Ashdod, mentre un altro è caduto nel porto cittadino colpendo un deposito di carburante e causando una forte esplosione. Non ci sono al momento notizie di vittime.

Immagine di copertina: ANSA/ MASSIMO PERCOSSI

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