Luca Morisi: il festino, la cocaina e i due ragazzi conosciuti online. «I carabinieri chiamati dai vicini»
Quella sera di metà agosto nella cascina in Corte Palazzo a Belfiore in provincia di Verona dove vive Luca Morisi i carabinieri sono arrivati perché li hanno chiamati i vicini di casa. Tra il 13 e il 14 del mese a casa di Morisi arrivano due ragazzi di cittadinanza rumena di circa venti anni che vivono nei pressi di Verona. Probabilmente l’ex guru dei social della Lega e il suo ospite li hanno conosciuti online. «Non sappiamo i dettagli del rapporto di Morisi con queste due persone, ma si tratta di una frequentazione assolutamente saltuaria», dicono gli investigatori a la Repubblica. I quattro si conoscono appena o comunque non da molto tempo. Ma trascorrono almeno 12 ore a casa sua. Poi, quando se ne vanno, i carabinieri li fermano. Ispezionano l’auto, notano che nel portaoggetti è incastrata la fiala di liquido. Sono loro a dire che si tratta di Ghb, la droga dello stupro, e che gliel’ha data Morisi. Indicano su Google Maps l’indirizzo della casa da cui sono appena usciti. Così comincia l’inchiesta che porterà al suo addio alla Lega.
La perquisizione a Belfiore
Flashback. La storia di come è cominciata la serata la raccontano proprio i vicini di casa a La Stampa: «Sono arrivati tre ragazzi, ne ricordo uno con un berretto da baseball rosso. Non sapendo dove citofonare, hanno telefonato proprio qui davanti, sul prato. Si sono fatti aprire e sono saliti. Per tutta la notte abbiamo sentito rumori dal piano di sopra». «Per due giorni quei ragazzi hanno abitato al piano di sopra», racconta al quotidiano l’inquilina Cristina Fioravanzo. «La cagnolina non ci faceva dormire la notte. Il fatto è che non c’era mai nessuno, lei sentiva i movimenti e correva nel giardino abbaiando. Poi, era il pomeriggio del 14 di agosto, abbiamo visto arrivare i carabinieri». Sono i militari a trovare la piccola quantità di cocaina (meno di due grammi) che viene subito definita per uso personale (e quindi considerata un illecito amministrativo.
«I carabinieri sono arrivati e sono stati al piano di sopra per circa un’ora. Li abbiamo visti andare via con un borsone gonfio di roba. Dopo il pomeriggio del 14 agosto uno di quei ragazzi è tornato qui», conclude la vicina. L”inchiesta, dicono investigatori ed inquirenti, dal punto di vista giudiziario è poca cosa. E aggiungono, per stoppare voci che già circolavano: non c’è stata alcuna attività di monitoraggio dell’abitazione di Morisi. «Un fatto banale», afferma il procuratore di Verona Angela Barbaglio che ha iscritto Morisi per sospetta detenzione e cessione di sostanza stupefacente «sulla cui natura si attende l’esito delle analisi». L’avvocato di Morisi, Fabio Pinelli, ufficialmente dice che non ha nulla da aggiungere a quello che ha detto il procuratore. Ma, spiega ancora la Repubblica, era stato proprio il suo assistito a sostenere in privato che il controllo dei carabinieri non fosse stato casuale e che proprio lui fosse nel mirino di un’indagine ben precisa. Come aveva adombrato ieri il Corriere della Sera.
Le analisi e la sostanza: cos’è il Ghb
Intanto ci sono le analisi ancora da effettuare sulla sostanza trovata a casa di Morisi. Il Fatto Quotidiano spiega oggi che se il liquido incolore dovesse rivelarsi Gbl o Ghb, e cioè la droga dello stupro, la procura dovrebbe procedere per il reato di cessione di stupefacenti e potrebbe aggiungere anche l’internazionalità del reato, visto che di solito viene acquistata all’estero (in Olanda). Se invece il liquido si rivelasse una sostanza ritenuta legale in Italia, allora l’accusa cadrebbe. E far ipotizzare che quella trovata nell’auto dei fermati non sia droga dello stupro c’è anche la dichiarazione con cui Morisi ha confermato i fatti precisando che non ci sarebbe «alcun reato» ma «una grave caduta come uomo».
Il Ghb è definita come droga dello stupro perché, se presa in grandi quantità, induce sonno e sedazione fino ad arrivare addirittura al coma, ma a bassi dosaggi provoca euforia. Unita alla cocaina, o ad altri eccitanti, è alla base del chemsex, l’utilizzo cioè di droghe sintetiche a fini sessuali. I carabinieri che sono entrati nell’abitazione hanno trovato però, senza particolare fatica, della cocaina. Una modica quantità compatibile con l’uso personale che configura quindi un illecito amministrativo. La segnalazione alla procura, e l’iscrizione, è scattata invece per le parole dei giovani. Così come il sequestro dei telefoni: ora gli investigatori vogliono capire quali fossero i veri rapporti tra il social manager della Lega e i ragazzi. Un contatto «abbastanza occasionale», come hanno detto loro, o altro? Possibile che nei prossimi giorni Morisi venga sentito. Come del resto ha chiesto il suo legale.
Foto in copertina: Vincenzo Monaco
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