«Il ponte sullo Stretto è troppo basso per le navi da crociera e i portacontainer»: l’ammissione del Mit

L’istanza di accesso agli atti del Pd di Villa San Giovanni

Cinque navi da crociera e 15 portacontainer sono transitati sullo Stretto di Messina nel 2023. Se ci fosse stato il ponte non avrebbero potuto farlo. La questione dell’altezza della grande opera era già sul tavolo da alcuni giorni. A sollevarla il presidente di Federlogistica Luigi Merlo. L’amministratore delegato della società Stretto di Messina Pietro Ciucci aveva smentito. Ma oggi, scrive l’edizione palermitana di Repubblica, lo ammette il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Dopo l’istanza di accesso agli atti del circolo Pd di Villa San Giovanni. Il quotidiano spiega che «meccanismi di abbassamento» – alberi e fumaioli reclinabili, stive di zavorra per raccogliere acqua di mare – comunque comporterebbero un aumento di costi e di tempi. Mentre più della la metà delle grandi imbarcazioni in costruzione ha un’altezza non compatibile con il Ponte. E potrebbero far rotta sul porto di Gioia Tauro, già attrezzato per accogliere navi di oltre 77 metri.


«Non si sta costruendo un Ponte, ma un Muro sullo Stretto», denuncia il Pd di Villa San Giovanni. «Non è più rinviabile una sospensione di tutto l’iter, occorre bloccare tutto, aprire un tavolo di approfondimento a Roma, con il coinvolgimento del governo, delle commissioni parlamentari competenti, dei presidenti delle Regioni del Sud, degli amministratori dei territori coinvolti, dei corpi intermedi, dei partiti, della società civile», è la richiesta dei dem della sponda calabrese dello Stretto, che invocano «un ripensamento generale sull’opera, l’applicazione dell’aureo principio di precauzione, una valutazione complessiva, di prospettiva, che solo le istituzioni politiche possono avocare a sé, superando i limiti delle Società committenti e degli appaltatori coinvolti».


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