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Le più grandi bufale e falsità del 2018

17 Dicembre 2018 - 12:48 David Puente
Le più grandi bufale e falsità del 2018 dai falsi account alle scarpe di Juncker passando per il ponte Morandi.

Le falsità non sono un fenomeno nuovo, ogni anno caschiamo in qualche trappola e quando pensiamo di essere più intelligenti la disinformazione ne sa una più del diavolo fregandoci ancora una volta. Cerchiamo di ricordarci quelle più importanti del 2018, in ordine cronologico, con un occhio di riguardo alle prossime elezioni europee.

“È una notte speciale x me perché stanotte dopo oltre 5 anni dal sisma dormo x la prima volta a casa mia.E mi andava di condividerlo con voi”. Questo messaggio era stato pubblicato il 27 dicembre 2017 da Carla Minotta su Twitter, ma non fu l’unica. Decine di utenti avevano pubblicato lo stesso testo destando il sospetto che dietro ci fosse un finto sostegno a favore del governo Gentiloni.

Carla non era una persona in carne ed ossa, faceva parte di un migliaio di account gestiti da un programma informatico, installato nel server di una società romana, che facevano finta di essere utenti reali usando nomi falsi e foto prelevate online da siti e altri social.

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L’account falso e il tweet che ha scatenato la polemica

I soci fondatori negarono di aver creato gli account per influenzare la rete, ma un gruppo di cracker (hacker non etici) sotto il nome di “Italy #OperationFakeBot” aveva preso possesso del loro server e del loro programma per pubblicare numerosi tweet in poco tempo facendo entrare nei trend topic italiani il giornalista Arcangelo Rociola, dimostrando cosa si poteva fare con quel sistema. I cracker riuscirono a pubblicare alcuni dei tweet anche con l’account della società romana gestito dallo stesso programma.

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I tweet automatici pro Salvini

Il 23 gennaio Matteo Salvini era appena intervenuto a Di Martedì su La7 quando l’account Twitter ufficiale della Lega aveva pubblicato un tweet dove veniva portato in trionfo. Lo stesso messaggio era stato rilanciato da decine di utenti, ma non poteva trattarsi di un banale copia incolla perché i loro tweet erano stati pubblicati nello stesso momento. Tutto automatizzato e gestito da un’applicazione dello staff leghista, ma questa volta gli account erano reali e di persone che avevano dato l’autorizzazione ad essere utilizzati per questi scopi con contenuti a loro insaputa. Dopo quell’episodio l’applicazione non venne più usata.

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Pamela Mastropietro

Sono circolate diverse falsità legate alla tragedia di Pamela Mastropietro, la ragazza morta e fatta a pezzi a Macerata da un nigeriano. La più gettonata riguarda il cannibalismo rituale, dove – secondo qualcuno – i carnefici di Pamela le avrebbero divorato il cuore e il fegato seguendo un presunto rito voodoo della mafia nigeriana. La teoria era data per certa da alcuni quotidiani nazionali e da alcuni video circolati sui social, nonostante le autopsie e le dichiarazioni delle autorità avessero smentito categoricamente il tutto.

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Il sito burla Redditodicittadinanza2018.it

Poco dopo le elezioni del 4 marzo venne pubblicato un sito dove era possibile inserire i propri dati per prenotare il reddito di cittadinanza del Movimento 5 Stelle. Bastava veramente poco per rendersi conto della burla, c’era persino la parodia dell’INPS chiamato “Istituto Mondiale Provvidenza Solare”. Si trattava di una goliardata ad opera della società Ars Digitalia, senza scopo di lucro e senza raccogliere alcun dato degli utenti che provavano a compilare il modulo.

In questi giorni abbiamo sentito parlare di nuovo del sito Redditodicittadinanza2018.it attraverso articoli dove si sosteneva che 500 mila boccaloni avevano compilato il modulo. Nonostante il codice del sito non presentasse forme di invio dei dati, contattando la Ars Digitalia si scopre che quel numero riguarda i visitatori unici del sito a partire dal giorno del lancio. Tra quei 500 mila visitatori ci sono anche io.

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La falsa eredità a Berlusconi si era diffusa all’estero

Durante il mese di maggio circolarono diversi articoli in merito a una fantomatica Fondazione italiana Risparmiatori capace di far ottenere a un gatto di nome Pilù un milione e mezzo di euro in eredità dalla sua padrona, impegnata nel seguire casi di presunti ritrovamenti di buoni postali dal valore nominale di 10 milioni di lire l’uno da cambiare in euro e la presunta eredità pari a tre milioni di euro lasciata da un’anziana signora a Silvio Berlusconi.

Fu la stessa Fondazione a inviare i comunicati stampa alle agenzie e alle testate giornalistiche italiane, ma in seguito a un’indagine condotta insieme al giornalista Paolo Beltramin scoprimmo che non c’era alcuna fondazione registrata con quel nome e non risultava nemmeno all’indirizzo pubblicato nel sito ufficiale. Non solo, il numero di cellulare fornito nella pagina dei contatti era lo stesso presente in alcuni annunci online di un tale Giacinto che si offriva come ospite per feste e addii al nubilato.

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La foto del bambino “chiuso in gabbia”, prima e dopo

Questa estate si è parlato a lungo del caso dei bambini separati dalle loro famiglie nel confine tra Stati Uniti e Messico. La foto di un bambino con la maglia azzurra, piangente dietro le sbarre, divenne il simbolo dei contestatori anche grazie alla sua pubblicazione da parte di diversi media nazionali e internazionali. La realtà era un’altra: la foto venne scattata durante una protesta inscenata davanti al Municipio di Dallas dove i bambini facevano finta di essere stati rinchiusi.

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Alcune delle teorie dei complottisti sui bambini morti nel mare libico

Tra le bufale più tristi del 2018 c’è quella relativa ai bambini morti annegati nelle coste libiche, dove qualche utente era riuscito addirittura a sostenere che il loro recupero fosse una messinscena realizzata con l’ausilio degli effetti speciali e dell’utilizzo di bambole molto realistiche chiamate reborn. A diffonderla con insistenza non c’erano soltanto i soliti complottisti, ma anche i sostenitori della presunta “invasione” per sensibilizzare l’opinione pubblica.

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La bufala di Lara Pedroni ai danni di Roberto Saviano

Lara Pedroni era un account completamente falso, astuto, creato nel settembre del 2017 per raccogliere seguaci in diversi gruppi Facebook e facendo amicizia con tanti maschietti attratti dalla sua bellezza. Il 19 luglio, dopo tanti selfie e post erotici, aveva iniziato a diffondere dei meme con false dichiarazioni di Roberto Saviano e di politici come Laura Boldrini scatenando il solito odio social.

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Una delle foto modificate usate per l’account “Lara Pedroni”

Nessuno si era reso conto che la ragazza nelle foto fosse in realtà una modella inglese, ignara di tutto, che gli scatti erano stati rubati dal suo account Instagram e che erano stati photoshoppati per impedire il ritrovamento degli originali. Sparì nel nulla dopo che avevo raccontato la truffa, cancellando ogni traccia nella speranza che non venisse scoperto altro.

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U.S. Navy Photo |La foto dell’Undici settembre diffusa per il caso del Ponte Morandi

La tragedia del Ponte Morandi a Genova è stato un vero e proprio focolaio di bufale dove molti utenti, improvvisati esperti di ingegneria civile pubblicavano foto di altri ponti spacciandole come prove di un disastro già annunciato. Venne diffusa anche la foto di un cane in una funivia installata tra le macerie, ma era stata scattata a New York in seguito all’attentato dell’undici settembre. Non sono mancate notizie false sulle vittime come Marta Danisi e la falsa lettera strappalacrime di suo padre: oltre a essere un testo che circola dal 2015, il padre della ragazza era morto molto tempo prima.

L’arrivo di Matteo Salvini e Luigi Di Maio ai funerali di Stato a Genova il 18 agosto scorso venne accompagnato da un lungo e caloroso applauso. Largamente ripreso dalle televisioni e sui social, in molti contestarono un video del quotidiano La Repubblica dove l’arrivo del Presidente della Repubblica Mattarella era accompagnato dagli stessi applausi. Dopo un’attenta verifica, considerando anche i tempi di arrivo dei politici, pubblicai un dettagliato articolo per dimostrare senza ombra di dubbio la falsità presente nel video. In seguito, La Repubblica si giustificò sostenendo che si era trattato di un errore di montaggio fatto in velocità e senza alcun intento manipolatorio.

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La foto della bufala (a sinistra) e la verifica (a destra)

La bufala più recente è quella in cui si sostiene che Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, indossasse due scarpe di colore diverso durante una conferenza stampa. La credenza era stata diffusa tramite un video sgranato e uno screenshot dove si evidenziavano con un cerchio le scarpe. Rintracciando il video originale e con maggiore risoluzione si nota tuttavia che le scarpe avevano lo stesso colore. Il tutto era dovuto a un riflesso e alla compressione del file video diffuso dagli accusatori che trovarono comunque altre scusanti pur di continuare ad attaccarlo.

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