Sì dell’Onu al Global Compact for Migration, Italia astenuta. Ecco cos’è (e cosa non è)
Il 19 dicembre 2019 l'Assemblea Generale dell'Onu ha votato a favore del Global Compact for Migration, il patto globale per la gestione internazionale dei flussi migratori.
Hanno votato a favore 152 Paesi membri. Contrari gli Stati Uniti d'America, sostenuti da Israele, Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca. L'Italia è tra i 12 Paesi astenuti.
Il 19 dicembre la Camera dei deputati a Roma ha approvato la mozione di Lega e M5s per "rinviare la decisione dell'Italia ad una valutazione più complessiva del tema", bocciando tutte le altre proposte. Fratelli d'Italia insiste perché la calendarizzazione del dibattito avvenga entro stasera, quando il capigruppo inizierà a valutare l'agenda dei lavori di gennaio, ma la maggioranza è contraria. L'Italia non ha partecipato al summit di Marrakech dell'11 dicembre, dove il testo era stato approvato da 164 Paesi.
Il Global Compact for safe, orderly and regular migration (detto anche ‘Migration Compact’ o 'Global Compact') è un trattato internazionale non vincolante dal punto di vista legale, ma che impone degli obblighi politici precisi, promosso dalle Nazioni Unite. È stato presentato a Marrakech l’11 dicembre da 160 Paesi e fa seguito alla Dichiarazione di New York sui rifugiati e migranti del 2016. L'accordo è stato ispirato dall'attuale crisi dei migranti nel Mediterraneo, con l'obiettivo di facilitare la collaborazione tra stati per la gestione dei flussi migratori nel mondo.
Come funziona il Migration Compact?
I 23 obiettivi elencati nel Migration Compact stabiliscono delle pratiche comuni per la gestione dei flussi migratori come la condivisione di dati, la creazione di corridoi umanitari e la lotta ai trafficanti. Una delle premesse fondamentali dell'accordo rimane quella di ridurre "le cause negative e i fattori strutturali" dell'emigrazione, come la povertà diffusa, anche se non sono previsti finanziamenti.
Vari punti mirano ad una migliore protezione dei migranti, come l’uso più moderato delle detenzioni e l'impegno a facilitare la riammissione di migranti da parte dei paesi d’origine, un principio che attualmente non ha basi legali nel diritto internazionale. L’accordo è stato criticato sia da chi sostiene che non tuteli in modo sufficiente i diritti dei migranti, sia da chi teme che incoraggi in modo indiscriminato l'immigrazione.
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Perché l’Italia non era presente a Marrakech?
L’Italia ha deciso di non partecipare alla conferenza di Marrakech per rimandare l'approvazione del Migration Compact, delegando la decisione al Parlamento.
Due mesi fa, all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il Premier italiano Giuseppe Conte aveva assicurato il sostegno dell’Italia al Global Compact. In seguito all’opposizione della Lega, incalzata da Fratelli d’Italia, il Governo ha successivamente cambiato posizione. Secondo Giorgia Meloni il Global Compact “non fa più distinzione tra migranti e rifugiati”. Matteo Villa, ricercatore dell'ISPI, sostiene che "ci sia stata una campagna di disinformazione che ha convinto anche chi aveva negoziato, come il presidente Conte, che firmare il patto non è negli interessi del paese".
Al posto del Migration Compact, Salvini ha promesso entro l’anno un accordo con la Nigeria “ed altri Paesi africani”. La via degli accordi bilaterali era già stata percorsa in precedenza con la Libia e la Tunisia (2008 e 2011) quando in cambio di fondi, i Paesi di provenienza si erano impegnati a trattenere o riammettere i migranti.
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Chi ha partecipato e chi non c'era?
Sono 160 i Paesi firmatari. 30 Paesi Onu che avevano in precedenza dichiarato il loro supporto, hanno deciso di non presentarsi alla conferenza intergovernativa in Marocco. L’Austria, l’Australia, il Cile, la Repubblica Ceca, l’Ungheria, la Polonia, la Lettonia, la Slovacchia e la Repubblica Dominicana si sono progressivamente ritirate. Insieme all’Italia, anche la Svizzera e Israele hanno rimandato la decisione ai rispettivi parlamenti. Vedi la mappa elaborata dall'ISPI.
In Belgio l’approvazione del Migration Compact ha portato alle dimissioni del premier belga Charles Michel. I nazionalisti fiamminghi della N-VA, il maggior partito di maggioranza, contrari al patto sull’immigrazione hanno, infatti, ritirato il loro appoggio al primo ministro.
Riguarda soltanto il Mediterraneo?
No, anche se il Migration Compact è stato ideato nei mesi più drammatici della crisi dei rufugiati nel Mediterraneo (marzo 2015), ha un mandato ben più ampio.
Tra le emergenze internazionali, oltre al Mediterraneo, quelle più urgenti sono in Venezuela e in Myanmar. L’Italia non figura tra i primi dieci Paesi per numero di profughi ospitati, il primato resta alla Turchia che con i suoi 3 milioni e 800 mila rifugiati rimane in assoluto il Paese ad ospitare il più alto numero al mondo.
Prendendo atto della natura anche economica delle migrazioni internazionali l'accordo non riguarda soltanto le migrazioni di chi fugge da epidemie, guerre o altre forme di persecuzione.
Se non è vincolante, a cosa serve?
Le istituzioni internazionali, come le Nazioni Unite, non hanno poteri sufficienti per governare i flussi migratori. Il compito spetta solitamente agli Stati nazionali che stabiliscono le regole in materia di immigrazione in maniera autonoma. Gli accordi bilaterali sono pochi.
I flussi migratori stanno aumentando? Alcuni dati
Quest'anno gli arrivi di migranti in Europa dal Mediterraneo sono stati circa 135 mila. Secondo le più recenti stime dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM), il numero di persone sbarcate in Italia nel 2018 è quasi cinque volte inferiore rispetto al 2017. Le morti in mare però sono più che raddoppiate. Anche se gli arrivi sono inferiori rispetto ai picchi del 2015 e del 2016, il fenomeno non da segni di arrestamento.
Le migrazioni internazionali riguardano il mondo intero, non soltanto il Mediterraneo. Attualmente sono circa 260 milioni i migranti internazionali (poco più del 3% della popolazione mondiale). Il numero si è triplicato dagli anni ‘70, ma è rimasto stabile come percentuale della popolazione globale.
Il numero di rifugiati internazionali invece è cresciuto sia in termini assoluti che relativi, superando la quota di 20 milioni, la metà dei quali minorenni.
A questi si aggiungono circa 40 milioni di sfollati interni, un altro fenomeno in crescita.
Il Global compact sui rifugiati
Il Migration Compact non va confuso con il Global Compact sui rifugiati, approvato dall'Assemblea generale dell'Onu il 17 dicembre 2018 con un'ampia maggioranza. Soltanto due i voti contrari, degli Stati Uniti e dell'Ungheria. L'Italia ha votato a favore.
Il Refugee Compact, anch'esso non vincolante dal punto di vista giuridico, si focalizza sui rifugiati, e propone misure concrete per condividere la responsabilità tra i vari stati e alleggerire la pressione nei paesi più piccoli.