Di Battista vs Berlusconi: “Sì, la ditta di papà è in crisi”
“E ora Sallusti mi chiami “Illustre Signor Dottor Di Battista” “. Altro che Messico, sovranismo alimentare, alberi da frutto: nei suoi ultimi scampoli di Sud America, Alessandro Di Battista torna a beghe tutte italiane. A Silvio Berlusconi e al suo Giornale che hanno dedicato un’inchiesta all’azienda di suo padre, con un bilancio non proprio florido. “Io sono così calmo e tranquillo ultimamente, ma se provocate mi tocca tornare ad Arcore sotto la villa del vostro padrone”, tuona l’ex parlamentare 5 Stelle sul suo profilo Facebook. “Stavolta però per leggere dei pezzi della sentenza sulla trattativa Stato-Mafia. L’avete voluto voi evidentemente”, risponde Di Battista all’inchiesta del Giornale, dal titolo “Vizietti grillini, i due Di Battista non pagano debiti e lavoratori”.
L’azienda Di. Bi Tec.
Secondo il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti, la ditta di famiglia avrebbe intorno ai 400 mila euro di debiti nei confronti di dipendenti, banche e tributi. Numeri che emergerebbero dalla visura camerale della Di.Bi Tec. S.r.l., “società della famiglia di Alessandro Di Battista, che è uno dei due soci di maggioranza. I dati si riferiscono all’ultimo bilancio presentato “. L’azienda produce apparecchi igienico-sanitari. Come già accaduto per il padre di Di Maio, anche quello di Di Battista, Vittorio, usa il social network di Zuckerberg per rispondere: “Tra le rose e le viole… Oggi sono in vena di filastrocche e rammentando, come diceva Renato Rascel, che è arrivata la bufera ed è arrivato il temporale, esorto gli amici, i conoscenti ed i segugi al soldo, di leggere, se ne sono capaci, i bilanci”.
Tramite una visura camerale – “una roba pubblica insomma”, ricorda Di Battista figlio sempre su Facebook – si “scopre che la piccola azienda di famiglia (3 dipendenti tra cui mia sorella) ha difficoltà. Chapeau!”. Il punto, dice l’ex deputato, è che il carico fiscale è enorme: “Mio padre, ad oltre 70 anni, lavora come un matto. L’azienda ha avuto difficoltà a pagare puntualmente i 3 dipendenti (tra cui mia sorella)”. Alessandro Di Battista, il cui rientro in Italia è dato per imminente, rilancia allegando al post una lettera che porta in calce l’inconfondibile firma di Silvio Berlusconi: “Vi ricordate quando B. si burlò di me dicendo che non avevo studiato, che ero fuori corso etc etc”, scrive. “L’ho querelato e lui alla fine ha accettato di scrivere la letterina che vi allego”. L’ex parlamentare 5 Stelle ne ha anche per Matteo Renzi, che in giornata ha rilanciato la vicenda su Twitter: “So che ti brucia ancora che uno come me, senza guru della comunicazione, senza TV dalla sua parte, solo con un motorino, ti ha fatto il “culo” al referendum costituzionale. Cerca però di essere più discreto, così si nota troppo”.