Novità del bonus cultura per i nati nel 2000 e 2001
Attorno alle ore sedici di lunedì 17 dicembre, su Twitter, è entrato tra le tendenze italiane l’hashtag #BonusCultura. Una schiera di quasi diciottenni ha iniziato a commentare la presunta modifica da parte del governo del provvedimento Bonus Cultura, varato per la prima volta della legge di Stabilità del 2016. Dopo il vertice sulla manovra di domenica sera, voci da palazzo Chigi sembravano anticipare la circoscrizione dell’incentivo culturale al solo acquisto di libri, escludendo dal bonus i biglietti per concerti, teatro, cinema e i supporti audiovisivi. A calmare le acque è intervenuto il sottosegretario ai Beni Culturali Gianluca Vacca, che ha rassicurato, sempre via Twitter, di non avere nessuna intenzione di limitare le opzioni di spendibilità del bonus.
Anche il senatore del Movimento 5 Stelle, Gianluca Perilli, ha partecipato alla smentita dichiarando che «Il bonus cultura da 500 euro per i diciottenni continuerà ad abbracciare tante possibilità. La scuola insegna a studiare, ma studiare significa anche fare esperienze: e allora ecco il cinema, uno dei capisaldi della cultura italiana, e la musica» (ANSA). Benché i dati del Ministero dei Beni Culturali dimostrino che, tra il 2016 e il 2017, l’80% della spesa complessiva del bonus ha riguardato esclusivamente i libri (si tratta di quasi 132 milioni di euro su 163), la possibilità di una limitazione aveva preoccupato, oltre ai giovani, anche Confindustria Cultura. «Ci sembra una scelta sbagliata all’interno del settore culturale, che rappresenta un importante asset produttivo del nostro Paese», sottolineano in una nota del 17 dicembre.
Lo stesso ministro Bonisoli si era esposto sul tema recentemente, durante la discussione del Milleproroghe a luglio di quest’anno. Nonostante la riconferma della 18app all’interno del decreto (la app che permette la spesa dei 500 euro tramite la creazione di un’identità digitale per accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione), aveva precisato che dal 2019 si sarebbe modificato «in maniera pesante». La posizione dei Cinque Stelle riguardo il bonus è sempre risultata piuttosto critica. Il modello proposto da Renzi nel 2015 era stato definito da Bonisoli stesso come una “mancetta elettorale” del governo di allora, al pari dei famigerati ottanta euro mensili destinati ai lavoratori a basso reddito.
La questione non è comunque del tutto definita. Per quello che si sa della legge di bilancio, a oggi è prevista una riduzione del limite massimo di spesa per l’incentivo, che è sceso da 290 a 230 milioni di euro. Facendo una stima sui dati Eurostat del 2017 riguardanti il numero dei diciottenni in Italia, si deduce che l’importo dell’incentivo non potrà essere più quello di 500 euro pro capite, ma al massimo di 400.