Grazie, e non solo
Grazie. Grazie per l’accoglienza, per il numero straordinario di visite, da parte di tutti voi che avete accompagnato il primo giorno di vita di OPEN. Qualcuno ha ironizzato, e ha fatto bene, sul fatto che siamo nati e cresciuti sul passaparola: nessuna uscita promozionale, nessuna pubblicità.
Tutto, dalla prima idea di luglio fino alla pubblicazione di ieri, soltanto attraverso le comunicazioni su Facebook e su Instagram. E anche ora senza avvantaggiarci dell’ aiutino dei motori di ricerca. Anzi, andando sulle pagine di Google potete pensare che Open esista soltanto per i commenti che ne hanno fatto gli altri siti e giornali (grazie – a proposito – a tutti quelli che ne hanno parlato, che ci hanno dato il benvenuto, comunque ci abbiano giudicato). Ma è proprio così che vogliamo vivere questa storia.
Facciamo il nostro, e ciascuno ha il sacrosanto diritto di criticarci o di lodarci. I primi capitoli dell‘inchiesta sui gender fluid o le immagini di dj Fabo hanno anche provocato le reazioni di chi pensa alla sessualità e alle tematiche del fine vita come cent’anni fa: ed è perfettamente legittimo, a patto di non vivere nel mondo reale di oggi, di non entrare in un’università o in un ospedale.
Chi fa politica, o vuole imporre un’opinione, può permettersi di spiegare cosa a suo giudizio è giusto e cosa è sbagliato. Chi fa informazione racconta quel che c’è nella realtà. Noi questo abbiamo cominciato a fare, con lo sguardo di giovani senza steccati. Open, appunto.