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Saltriovenator, il dinosauro che racconta come comparvero gli uccelli

19 Dicembre 2018 - 13:43 Juanne Pili
Visse nel Giurassico sul territorio italiano il dinosauro teropode considerato il più grande nel suo genere. Un nuovo studio potrebbe aiutarci a capire come grazie all'evoluzione comparvero i primi uccelli.

I paleontologi Simone Maganuco, Andrea Cau e Cristiano Dal Sasso hanno pubblicato su PeerJ uno studio riguardante un dinosauro vissuto durante il Giurassico inferiore (198 milioni di anni fa), dove oggi si trovano le Alpi italiane.

In Lombardia là dove oggi si trovano le Alpi, all’epoca in cui visse il Saltriovenator zanellai si trovavano spiagge tropicali e fitte foreste, così doveva presentarsi nel Giurassico la Lombardia settentrionale. Si trattava di un cacciatore bipede appartenente al gruppo dei teropodi: dinosauri carnivori da cui discenderà nell’era successiva (il Cretaceo) il T-Rex e da cui si ritiene che discendano anche i moderni uccelli.

I suoi resti fossili vennero scoperti casualmente nel 1996 da Angelo Zanella. Si trovava all'interno di una cava vicino a Saltrio, (80 chilometri a Nord-est di Milano). Il ritrovamento ha permesso di retrodatare di 25 milioni di anni la comparsa dei primi grandi predatori. Per quanto frammentario, lo scheletro presenta indizi che hanno portato Cristiano Dal Sasso fino in California e a Washington a caccia di scheletri più completi. 

«Non tutti i frammenti combaciano, ma molti sono adiacenti e ci permettono di ricostruire la forma di intere ossa. Per completare il puzzle abbiamo usato anche una stampante 3D.»

Questi resti rivelano anche diverse sorprese: è la prima volta che si trovano segni di morsi di pesci e invertebrati marini su un fossile di quel tipo, segno che la carcassa ha potuto fossilizzarsi grazie al fatto che finì isolata tra i fanghi di un fondale marino, restandoci diversi mesi prima che il lungo processo di fossilizzazione potesse cominciare.

Il fossile scoperto era quello di un giovane esemplare dalle dimensioni considerevoli per l’epoca, se pensiamo che fino ad oggi non erano stati scoperti altri teropodi più grandi. Il suo cranio misurava 80 centimetri, con una lunghezza di 7,5 metri e circa una tonnellata di peso. L’anatomia dei suoi arti superiori suggerisce proprio che le ali degli uccelli si siano evolute mediante la fusione delle prime tre dita.

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