Roma, la protesta dei bus blocca il centro. Raggi: “Inaccettabile”. Taxi in presidio al Senato
Traffico in tilt e caos: Roma si sveglia così, con il blocco di piazza Venezia da parte dei bus turistici per protestare contro il nuovo regolamento comunale che vieta loro l'accesso nel centro storico a partire dl 1 gennaio 2019. "Ci sono almeno 3mila persone che perderanno il lavoro", dice Luciano Dall'Ara, presidente dell'associazione Uniti per l'Italia.
"Non è accettabile che un gruppo di persone con i loro bus rovinino la vita a più di 3 milioni di cittadini. Una protesta per difendere i privilegi che hanno avuto in tutti questi anni e che forse sono stati scambiati per diritti", tuona la sindaca di Roma Virginia Raggi sui social.
La protesta "ha causato la chiusura al traffico di piazza Venezia e molti disagi di mobilità nell'area centrale", prosegue Raggi.
"Questa mattina il centro di Roma è stato bloccato e tenuto sotto scacco dalla protesta dei proprietari dei bus turistici che da anni assediano la città. Dopo due anni di acceso confronto con loro abbiamo approvato un regolamento che, come avviene per tutte le altre grandi città civili d’Europa, limita fortemente la loro presenza nelle piccole strade cittadine". "È tutta una questione di business", chiosa Dall'Ara. "Vogliono fare un favore ai taxi".
Tassisti che – in verità – sono a loro volta sul piede di guerra e che sono invece in presidio, in contemporanea, in un altro angolo della città, a piazza Navona di fronte al Senato. "Il Governo chiarisca prima che si indica uno sciopero generale", dice il coordinatore nazionale di Unica TAXI Cgil Nicola Di Giacobbe. In piazza i tassisti negano l'ipotesi di sciopero, ma la tensione è alta e non tutti hanno voglia di parlare.
"Siamo qui a monitorare la votazione sugli emendamenti alla manovra economica" e, in particolare, quello che definiscono un "colpo di mano del vice ministro Edoardo Rixi" del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che favorirebbe una "concorrenza sleale" a favore dei Noleggiatori con conducente di fuori Roma e di applicazioni come Uber. "Ho 24 anni, ho comprato il taxi a maggio, ho speso 150mila euro e mi pago un mutuo", racconta Sergio. "Non ho preso la licenza di Canicattì per venire a fare l'abusivo a Roma.