Louisa e Maren, perchè l’ISIS ha colpito il Marocco?
Louisa Vesterager Jespersen, una ragazza danese di 24 anni, e la sua amica Maren Ueland, norvegese di 28, sono state violentate e uccise lunedì scorso durante un viaggio in Marocco. A testimonianza del tutto, è stato diffuso in rete il video dell'uccisione registrato dagli assassini, tutti provenienti da Marrakech, nel quale gli uomini rivendicano la loro appartenenza allo Stato Islamico.
L'intelligence danese ha confermato la veridicità delle immagini, suscitando le reazioni dei capi di Stato delle nazioni delle due vittime. Il primo ministro danese, Lars Loekke Rasmussen, si è espresso definendo l'omicidio come «politicamente motivato e quindi un atto di terrorismo». «Non dobbiamo fermarci di fronte all forze oscure che vogliono combattere i nostri valori», ha aggiunto.
Le autorità locali hanno fermato tre dei quattro presunti assassini, confermando le ipotesi di terrorismo. «La pista radicale islamista non viene scartata», hanno specificato, «a causa del profilo del sospetto arrestato e dei tre uomini ricercati».
Era dal 2011 che il Paese nordafricano non veniva colpito da azioni terroristiche. La massiccia presenza di controlli governativi e militari sul territorio, aveva fatto del Marocco uno dei Paesi con il maggior numero di foreign fighters in Iraq e Siria.
La notte dell'omicidio, le due ragazze dormivano in una tenda presso il sito di Chamharouch, non lontano dal villaggio di Imlil, nella regione di El Haouz. La zona di Imlil è un sito particolarmente turistico. Da qui, infatti, partono le escursioni per il Toubkal, il monte più alto del Nord Africa.
Il trekking è una delle attrazioni maggiori del Paese, tanto che le stesse Louisa e Maren avevano programmato un mese di escursioni tra le montagne marocchine.
Negli ultimi anni, il turismo marocchino ha conosciuto una forte crescita. I prezzi bassi e la bellezza delle città e del territorio naturale hanno spinto molti giovani europei a scegliere il Marocco come meta per le loro vacanze.
Proprio il turismo sembra essere la causa principale dell'attacco di lunedì. Infatti, i passi del Governo per contrastare il diffondersi del terrorismo islamico avevano portato molte cellule terroristiche a cercare di colpire l'amministrazione locale nelle loro pratiche di apertura. Come fa notare Matteo Pugliese, ricercatore dell'ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale), l'omicidio è motivato da ragioni «collegate alla sempre più crescente presenza dei jihadisti di ritorno dalla Siria».
Secondo Pugliese, l'uccisione delle due ragazze scandinave non è dunque un gesto impulsivo o casuale. L'azione dei quattro militanti è frutto di «un piano politico preciso volto a destabilizzare il governo, tramite l'attacco ai luoghi più popolari del turismo marocchino».