Manovra, si rischia l’ennesimo rinvio. Salvini e Conte annullano gli impegni
A poche ore dall’ultimatum delle 14 previsto per oggi, 22 dicembre, il maxi emendamento è ancora dato per disperso. Venerdì sera il premier Conte ha fatto saltare la conferenza stampa di fine anno, prevista per questa mattina.
Passata la notte, anche Matteo Salvini ha annullato gli impegni di domenica a Pinzolo, dove avrebbe dovuto assistere alla consegna di due motoslitte. Venerdì sera, quando il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati ha letto in aula il programma dei lavori di sabato, le opposizioni hanno iniziato a protestare.
“Pensano che il Senato sia lo zerbino del governo“, è l’accusa del capogruppo Pd Andrea Marcucci, che con i colleghi di partito ha occupato l’aula al termine della discussione.
Per Forza Italia, “il Parlamento è stato preso in giro per venti giorni”, mentre Liberi e Uguali ha chiesto (senza successo) di inviare il maxi-emendamento non in aula ma in commissione Bilancio per analizzarlo fino all’ultimo dettaglio. Anche il voto alla Camera, previsto per il 27 dicembre, è slittato a sabato 29.
Il nuovo calendario
Il governo porrà la questione di fiducia sia al Senato che successivamente alla Camera, limitando così i tempi del dibattito parlamentare. Domani la discussione generale per la fiducia inizierà alle 16. Seguiranno, dalle 20,30, le dichiarazioni di voto e la chiama. L’esito del voto è atteso per le 22,30. Orari strettamente legati però al deposito del maxi-emendamento, che potrebbe ulteriormente slittare come è successo negli ultimi tre giorni.
“Pur comprendendo le difficoltà che ci sono state” nell’interlocuzione con l’Europa “mi corre l’obbligo di invitare la maggioranza e il governo ad avere un percorso legislativo più regolare, non con questa tempistica a singhiozzo, e rispettoso dell’Assemblea del Senato”, ha dichiarato in aula il presidente del Senato Casellati.
Il governo
Il presidente del Consiglio Conte ha detto di essere dispiaciuto per i ritardi accumulati (il testo con le modifiche alla manovra sarebbe dovuto arrivare tre giorni fa prima in commissione Bilancio, e ora ormai direttamente in aula al Senato). E commentando un ulteriore slittamento del voto di fiducia ha detto: “Non dipende da me, non controllo il Parlamento”.
Secondo la maggioranza di governo, il ritardo nella presentazione del testo sarebbe da attribuire a motivi tecnici. I funzionari del ministero dell’Economia, da giorni, stanno esaminando tutte le misure contenute nell’accordo tra il Governo italiano e la Commissione Europea per evitare la procedura di infrazione. Cosa tagliare e cosa mantenere è però una questione più politica, che tecnica.
Tensioni nel Movimento 5 Stelle
Tornano i malumori nel gruppo di senatori pentastellati che avevano espresso perplessità durante l’approvazione del decreto Genova. Per Paola Nugnes (già segnalata al collegio dei probiviri, l’organo interno al Movimento 5 Stelle) “questa manovra finanziaria è molto attesa e molto voluta dagli italiani. Purtroppo però c’è anche molto che non va”.