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Reddito di cittadinanza, una misura per i giovani?

21 Dicembre 2018 - 13:05 Francesco Seghezzi
Sarà così semplice per un giovane avere il reddito di cittadinanza? In assenza del testo della legge sono molti i dubbi. A partire dai figli a carico con ISEE superiore alla soglia, passando il ruolo del "capofamiglia". 

Per i giovani potrebbe non essere così semplice percepire il reddito di cittadinanza. Il testo di legge del provvedimento centrale della Legge di Bilancio non è ancora disponibile, ma dalle informazioni diffuse più volte dal governo, e soprattutto dal Ministro Di Maio, è possibile sollevare alcuni dubbi. Uno in particolare, che riguarda il reddito necessario per poter accedere ai famosi 780 euro mensili, oltre che ai percorsi di formazione e alle proposte di lavoro da parte dei Centri per l'impiego.

Infatti sappiamo che per aver diritto al reddito di cittadinanza è necessario avere un ISEE inferiore ai 9360 euro annui. L'ISEE è l'indicatore di situazione economica equivalente e tiene conto della composizione del nucleo famigliare, dei suoi redditi e del suo patrimonio mobiliare e immobiliare. La maggior parte dei giovani italiani tra i 18 e i 34 anni (il 66% secondo Eurostat) vivono ancora con i genitori e per questo sono ancora all'interno del nucleo famigliare e considerati figli a carico.

Questo a meno che non abbiano un reddito superiore ai 4000 euro se under 24 o, se più grandi, superiore ai 2840. Ma rivolgendosi il reddito di cittadinanza soprattutto ai giovani inattivi e ai disoccupati è probabile che questo reddito non ci sia. Il giovane NEET italiano è quindi solitamente all'interno del nucleo famigliare.

Questo fa sì che per la maggior parte di giovani inattivi o disoccupati, in quanto figli a carico all'interno del nucleo famigliare, per ottenere il reddito di cittadinanza farà fede l'ISEE della famiglia, che potrebbe essere più alto dei 9360 euro posti come limite.

Allora il giovane che volesse il reddito di cittadinanza dovrebbe uscire dal nucleo famigliare e questo è possibile cambiando residenza o, in alternativa, attraverso un complesso procedimento burocratico che consente di sdoppiare i nuclei famigliari all'interno della stessa abitazione. Il giovane sarebbe così un nucleo famigliare autonomo pur vivendo con i genitori.

Ma anche i questi due casi sarebbe necessario attendere la dichiarazione dei redditi per il 2019 per poter dichiarare un ISEE compatibile con il reddito di cittadinanza. Insomma tempi lunghi e procedure complesse.

Qualcuno potrebbe obiettare che se la famiglia ha un ISEE superiore alla soglia allora è giusto che il figlio disoccupato o inattivo non abbia diritto al reddito di cittadinanza. Sarebbe però difficile da spiegare a tutti i giovani ai quali è stato raccontato negli ultimi mesi che avrebbero avuto una opportunità di formarsi e di trovare un lavoro.

Resta l'opzione di utilizzare il reddito che verrà erogato al nucleo famigliare nel caso l'ISEE sia inferiore alla soglia. In questo caso però non si è ancora chiarito se per tutta la famiglia sarà avviato il percorso di formazione e saranno avanzate le proposte di lavoro o solo per quello che è stato definito il "capofamiglia". Se così fosse un giovane in età da lavoro sarebbe tagliato fuori pur vivendo in una famiglia che ha diritto al reddito.

Dubbi e criticità che si potranno chiarire, con conferme o con smentite, solo davanti al testo di legge che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane. Nel frattempo i giovani farebbero bene a stare in allerta.

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