Tsunami, il bilancio sale ancora: 429 morti e oltre 1400 feriti
L’Agenzia per la gestione dei disastri dell’Indonesia ha comunicato il numero ufficiale delle persone che hanno perso la vita a causa dello tsunami: 429 morti e oltre 1.400feriti. I dispersi restano 128. Secondo Actionaid, che promuove interventi di soccorso in Indonesia, più di 400 case sono state gravemente danneggiate. Gli sfollati sono più di 11.000 secondo una stima di Oxfam. L’Ong lancia, inoltre, l’allarme della possibilità di un nuovo tsunami dopo che il vulcano Krakatoa ha eruttato ieri, il 23 dicembre.
L’eruzione del vulcano Krakatoa e l’alta marea sono state le cause delle frane sottomarine che hanno provocato lo tsunami. La straordinaria forza di queste onde, più che la loro altezza, hanno devastato così la costa occidentale dell’isola di Giava. Nessuna allerta era stata lanciata prima del disastro, cogliendo la maggior parte delle persone alla sprovvista. Secondo alcuni scienziati, il fatto che lo tsunami sia stato scatenato dall’eruzione di un vulcano, e non da un terremoto, potrebbe essere la causa del mancato allarme. Il presidente Joko Widodo ha inoltre dichiarato che il bilancio è destinato ad aggravarsi. Non si hanno per ora notizie di stranieri tra le vittime, ma le spiagge colpite erano mete molto popolari tra i turisti stranieri.
Non è la prima volta che l’Indonesia si trova a dover affrontare una catastrofe naturale simile. Già a settembre un terremoto di magnitudo 7.5 aveva colpito la città di Palu, a 1400 chilometri da Giacarta, facendo 420 vittime. Anche allora l’accaduto aveva sollevato molte critiche per la mancata tempestività nel lanciare l’allarme. «I nostri strumenti sono molto inadeguati», aveva dichiarato Rahmat Triyono, il capo dell’agenzia di geofisica indonesiana, la BMKG, parlando in un’intervista a BBC Indonesia. Ma non solo, lo stesso portavoce dell’Agenzia Nazionale per la gestione dei Disastri, il Signor Sutopo Purwo Nugroho, aveva denunciato le mancanze del Governo: «Negli ultimi anni i fondi per la gestione delle emergenza sono diminuiti».