Il futuro dei libri salvato dai ragazzini
I lettori più forti sono quelli più giovani, e hanno dagli 11 ai 14 anni. “Voraci” li chiama il ministro per i Beni e le Attività culturali, Alberto Bonisoli che a OPEN commenta positivamente gli ultimi dati Istat relativi alla ripresa della produzione editoriale. Il 2017 ha fatto registrare un netto segnale positivo: i titoli pubblicati sono aumentati del 9,3% e le copie stampate del 14,5%. Segnale che appunto passa anche per la forte crescita dell’editoria per ragazzi. La pubblicazione di opere per giovanissimi è aumentata del 29,2% e la sua tiratura del 31,2%.
Ma i giovani sono anche i principali consumatori del mercato digitale. La lettura e il download di libri online è un’attività che impegna piu di 1 ragazzo su 5 tra i 15 e i 24 anni. Circa 27 mila titoli (oltre il 38% dei libri pubblicati nel 2017) sono disponibili anche in formato e-book e la quota supera il 70% per i libri scolastici.
“Sono risultati che devono metterci nell’ottica di realizzare politiche di sistema che rafforzino ciò che di buono già esiste”. Ne è convito Bonisoli, che cita attività di promozione e valorizzazione come, per esempio, Il maggio dei libri, Libriamoci e Città che legge, iniziative che il suo ministero realizza attraverso il Centro per il libro e la lettura.
Il basso indice di lettura resta, però, un problema centrale. Solo 4 persone su 10 nel 2017 hanno letto almeno un libro per motivi non professionali. Per quale ragione? Secondo gli editori, i principali fattori sono il basso livello culturale della popolazione e l’assenza di politiche scolastiche efficaci per l’educazione alla lettura. Ma anche la famiglia pare giocare un ruolo fondamentale: l’80% di chi ha madre e padre lettori acquisisce a sua volta l’abitudine di leggere.
Ampliare il numero dei lettori non è però l’unico obiettivo da prefiggersi. Secondo il ministro Bonisoli, bisogna anche “superare quel divario tra Nord e Sud che si registra non soltanto nella lettura, ma in tutte le tipologie dei consumi culturali”. Meno di una persona su tre, nel Mezzogiorno si dedica alla lettura, contro quasi una persona su due nel Nord Est del Paese.
Ma come conquistare nuovi lettori e fare in modo che il libro diventi una abitudine quotidiana? Bonisoli risponde: “L’intervento politico deve essere teso a stimolare il desiderio e la passione per la cultura, desiderio e passione sono presupposti al consumo. Ma anche a favorire ogni settore del complesso circuito dell’industria culturale italiana, perché la capacità di attrarre dell’uno incoraggia anche la conoscenza dell’altro. Tanto più si legge, tanto più si è propensi a sfruttare anche altre offerte culturali: cinema, teatro, musei, biblioteche e viceversa.
Il ministro Bonisoli lancia anche uno sguardo al futuro e parla di “politiche di sistema che sviluppino l’industria editoriale affinché abbia maggiore forza non solo nel mercato interno, ma anche su quello internazionale”. “La grande occasione – sostiene – è quella del 2023”. L’Italia nel 2023 sarà infatti ospite d’onore della Fiera internazionale del Libro di Francoforte, tra i principali appuntamenti per il mondo dell’editoria. “Abbiamo il tempo per definire le linee programmatiche sulla base delle quali presenteremo la cultura italiana al mondo. Un progetto che dovrà essere risultato corale e condiviso tra tutti gli operatori del settore, con l’obiettivo di sviluppare il consumo, di educare alla lettura e di valorizzare anche l’immenso patrimonio librario italiano”.