La rabbia degli sfollati: 50 scosse e nessuna allerta
28 feriti, 600 sfollati, case e chiese crollate. A Pennisi, una frazione di Acireale, ha ceduto anche la statua di Sant’Emidio, protettore dei terremoti. Il giorno dopo il sisma che ha fatto tremare i comuni alle pendici all’Etna, da Zafferana Etnea ad Acireale, è il momento delle recriminazioni: “Perché nessuno ci ha avvertito? Dov’è lo Stato”, dicono, accusando chi – a loro dire – ha sottovalutato la lunga scia di scosse che attraversava la zona da diversi giorni e che è poi culminata in un terremoto di magnitudo 4.8.
A terra sono rimaste macerie e feriti. Non ci sono stati morti e per molti lì è un miracolo. Da ieri gli sfollati dormono nelle palestre, negli hotel, qualcuno ha preferito la macchina: oggi riceveranno la visita dei due vicepremier, Di Maio e Salvini, attesi nel pomeriggio in Prefettura per fare il punto sulla situazione. Il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, riunirà la giunta per dichiarare lo stato di calamità.