Corinaldo, i legali del 17enne accusato: “Non era in discoteca”
Il ragazzo dello spray al peperoncino “è innocente”. Lo dicono i suoi legali, che lo seguono da quando è stato indagato per la strage di Corinaldo, sulla base della ricostruzione dei suoi movimenti durante la serata.
Nella notte tra il 7 e l’8 Dicembre, nell’affollatissima discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, vicino ad Ancona, muoiono 6 persone schiacciate dalla calca: 5 ragazzi tra i 14 e i 16 anni e una donna di 39, madre di quattro figli. Più testimonianze fanno pensare che la causa del fuggi fuggi generale sia una bomboletta di spray urticante, ma non sono escluse altre ipotesi: i magistrati stanno indagando anche sull’impianto di ventilazione e di produzione del fumo da coreografia. Tre testimoni mettono quella bomboletta in mano a un ragazzo di origini sudamericane, fermato il giorno dopo in un residence a Senigallia. È in compagnia di due adulti e di 2 etti di cocaina e collabora fin da subito con i magistrati.
Il minore ha ricostruito le sue azioni fornendo molti dettagli, confermati nell’indagine difensiva consegnata alla Procura minorile di Ancona. La sua serata si sarebbe svolta quasi interamente nei pressi del residence dove verrà fermato all’indomani della tragedia, lontano dalla Lanterna Azzurra e in totale assenza di spray urticanti. La sua ricostruzione sarebbe stata confermata dagli amici, da altre persone che lo hanno riconosciuto al residence e dallo lo studio dei tabulati telefonici. “Ora dovremo verificare la condotta di coloro che lo hanno coinvolto”, dicono i legali. Il ragazzo, nel frattempo, ha iniziato un percorso di riabilitazione in una cooperativa sociale.
Oltre al ragazzo, per la strage di Corinaldo sono indagate altre 9 persone: cinque gestori della Lanterna Azzurra, compresi pr e addetto alla sicurezza, più i quattro proprietari del vecchio magazzino trasformato in locale.
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