Le cinque grandi domande del 2019
Quanto durerà il Governo giallo-verde?
Lucrezia Reichlin, 64 anni, economista, docente alla London Business School
Il 2019 sarà un anno difficile in Europa e anche negli Stati Uniti. Dai due lati dell’Atlantico il rallentamento economico è già cominciato e si accentuerà nel corso dell’anno. Per l’Italia, che ha una crescita potenziale piú bassa degli altri Paesi, questo rallentamento ciclico potrebbe significare un ritorno a tassi di crescita negativi.
Questo aggraverà il problema del debito e accentuerà il malessere degli italiani che hanno vissuto una ripresa debole e non hanno ancora recuperate il reddito perso dalla crisi precedente.
Nonostante la coalizione governativa benefici di un forte consenso nel Paese e la opposizione sia molto debole, un deterioramento della situazione economica aumenteràle tensioni politiche nel governo e ne metterà a rischio la sopravvivenza.
Partiamo dallo scenario più negativo: una possibile nuova crisi del debito sovrano dovuta al rallentamento del PIL. Se questo scenario si realizzasse, il governo potrebbe essere costretto a chiedere aiuto all’Europa, ma questo può avvenire solo accettando un percorso di maggiore rigore di bilancio in contraddizione con le promesse fatte. Non credo che questo governo sia in grado di sopravvivere a una tale prospettiva. In quel caso si aprirebbe una crisi con conseguenze molto incerte.
Nello scenario meno pessimista, cioè quella di un rallentamento economico non accompagnato da una crisi del debito, il governo sarebbe comunque in difficoltà. La coalizione governativa può reggere solo se è in grado di soddisfare, almeno parzialmente, le diverse promesse fatte a gruppi di elettori molto eterogenei.
In tempi di recessione, lo spazio per aumento della spesa e tagli delle tasse si riduce e qualsiasi governo è naturalmente penalizzato. Tanto più il nostro, tenuto insieme da un contratto che è la somma di richieste diverse più che da una visione comune per il Paese, capace di adattare le proposte alle mutate circostanze.Le elezioni europee potrebbero essere l’occasione per una crisi di governo e possibili nuove elezioni politiche nazionali.
Trump sopravviverà all’impeachment?
Alexander Stille, scrittore e docente di giornalismo alla Columbia University di New York
Sei mesi fa avrei detto che le possibilità erano piuttosto basse. L’impeachmentavrebbe capovolto il risultato elettorale del 2016, comunicando l’idea di un sistema politico truccato. Ma negli ultimi mesi abbiamo assistito a diverse cose che lo rendono più probabile, sia per quanto riguarda i comportamenti sempre più erratici di Trump, sia per lequestioni giudiziarie che lo coinvolgono.
La prima è l’inchiesta giudiziaria di New York che riguarda Michael Cohen, il suo ex legale. Cohen sta andando in galera per aver violato leggi elettorali e aver pagato donne che dichiaravano di aver avuto relazioni con Trump. Questo sarebbe stato ordinato dal presidente, il quale potrebbe dunque essere riconosciuto responsabile. A questa inchiesta si affianca l’investigazione di Robert Mueller, di cui sappiamo pochissimo, ma gli indizi ci dicono che è una questione molto seria che potrebbe chiamare in causa l’impeachment.
C’è anche un’altra possibilità: il partito repubblicano potrebbe tentare di imporgli le dimissioni se diventasse evidente che la sua gestione rischia di affossare l’intero partito. I risultati delle Midterm Elections hanno già fornito qualche prova che Trump può avere conseguenze negative sui repubblicani.In generale, non credo che l’impeachment costituire un segnale sano perl’intero sistema politico americano.
È l’inizio dellafine di Facebook?Ci sarà una maggior regolamentazione degli oligopoli tecnologici?
Raffaele Mauro,Managing DirectorEndeavor Italy
Nel corso degli ultimi 15 anni Facebook si è reinventato molteplici volte. È ragionevole supporre che abbia le risorse per farlo anche stavolta. Quest’anno però ha assunto una nuova rilevanza politica, ed è finito sotto scrutinio proprio per le sue attività che trascendono il business. Ci sono tanti scenari possibili, ma ci sono tre aree in particolare che definiranno la salute del social network.
La prima riguarda i canali di distribuzione dei contenuti. Dopo la transizione dal desktop al mobile, la buona parte dei click arriva da immagini e video: questoha premiato lo sviluppo di applicazioni secondarie legate a Facebook, come Instagram e WhatsApp. Vedremo quindi uno spostamento verso questi canali di generazione e di esecuzione di contenuti, un passaggio che però potrebbe avvenire in modo non prevedibile.
La seconda area nel quale ci saranno sfide importanti è l’aspetto geografico. Facebook sta continuando ad espandersi, ma ha maggiore possibilità di penetrazione fuori dai territori in cui è già dominante. Parliamo dei Paesi emergenti, ma specialmente delgrande enigma della Cina, dove il social network è ancora bloccato. Per continuare a vivere nella forma attuale, Facebook deve capire come entrare in Paesi nei quali non è ancora diffuso.
La terza area concerne la governance, cioè la capacità di Facebook di autoregolarsi. È una tematica molto importante negli Usae una conseguenza del crescente ruolo politico del social network (basti pensare al peso che avuto nelle scorse elezioni presidenziali). Sono dilemmi che potrebbero cambiare il percorso dell’organizzazione.
Sarà l’anno dei muri contro i migranti?
Stefano Allievi, docente e autore di Immigrazione: cambiare tuttoe, più recentemente, 5 cose che tutti dovremmo sapere sull’immigrazione (e una da fare)
Il MigrationCompact non avrà nessun effetto a breve termine. Il muro con il Messico agognato da Trump riflette la tendenza anche europea a innalzare i muri. Le elezioni europee saranno importanti in questo senso per capire se davvero l’Europa nel suo complesso avrà l’intelligenza di gestire il fenomeno o si volterà dall’altra parte, costruendo muri simbolici.
I segnali sono ambivalenti alivello europeo, perché dobbiamo aspettare l’esito delle elezioni, per vedere se i movimenti sovranisti cresceranno, e perché ci sono novità importanti all’orizzonte: la Germania sta approvando una normativa per favorire l’immigrazione, un casoeccezionale in Europa.
Di certo, iflussi di migranti non diminuiranno. Nonè vero che l’Africa traslocherà in Europa, perché conoscerà modalità di sviluppo molto importanti. Ma le dinamiche migratorie sono in aumento perché queste forme di mobilità -le migrazioni economiche di chi cerca lavoro all’estero -sono in crescita. Lo dimostra benissimo la situazioneitaliana: l’anno scorso sono uscite il doppio delle persone che sono entrate. Noi non dovremmo discuteredi migrazioni ma della struttura del mercato del lavoro che non produce un numero sufficiente di posti di lavoro per persone formate.
Alle Elezioni europee vincerà il sovranismo?
Cas Mudde, scienziato politico olandese, esperto di populismi
Complessivamente i partiti populisti faranno senz’altro meglio rispetto alle ultime Europee, anche se non mi aspetto un grande incremento. Inoltre, prevedo che i partiti populisti di destra faranno meglio di quelli di sinistra: alcuni cresceranno (per esempio Vlaams Belang in Belgio, il Partito Popolare Conservatore Estone, Vox in Spagna) e altri invece avranno meno successo (per esempio in Finlandia e Austria).
In fin dei conti ciò che più importa sono i risultati nei Paesi più grandi – in questo caso l’Alternativa per la Germania, la Legain Italia e Voxin Spagna faranno molto meglio rispetto al 2014, mentre credo che in Francia soltanto La France Insoumisecrescerà. In Italia il Movimento 5 Stelle potrebbe incassare una grande sconfitta.
Penso che la domanda da porsi sia la seguente: come funzioneranno le alleanze all’interno del parlamento?La destra radicale populista riuscirà a non dividersi e a formare un gruppo più forte dalle ceneri dei conservatori e riformisti?
(In apertura, una foto diAlex Wong)