I sindaci contrari al decreto Sicurezza sono «orchestrati dalla sinistra»?
“Amici dei clandestini, traditori degli italiani”. Questo il tono usato da Matteo Salvini per riferirsi ai sindaci “ribelli” e al loro impuntarsi facendo rete contro il dl Sicurezza. E allora appare chiaro come lo scontro sia entrato nel vivo e gli attacchi tra le due fazioni siano divenuti perentori, come se la posta in gioco fosse tra le più alte di sempre e i contenuti del decreto tra i più divisivi dalla nascita di questo governo.
Il leader dei 5 stelle Luigi Di Maio si allinea sulle posizioni del collega vicepremier Salvini. Fa passare la protesta per una sorta di manovra politica orchestrata dalla sinistra e accusa i sindaci “disobbedienti” di pensare “solo alla campagna elettorale”, riferendosi alla scalata alle europee.
Così facendo però non considera che – prima dei sindaci di Palermo, Firenze, Napoli, Cagliari e Pesaro – già il 4 dicembre il Campidoglio a guida 5 Stelle aveva approvato (con 28 voti favorevoli e 3 contrari) una mozione contro il dl Sicurezza e, contestualmente, aveva chiesto a governo e ministro dell’Interno di aprire “un confronto istituzionale con Roma e le città italiane per valutare le ricadute concrete” del decreto, per cercare di “mitigarne gli effetti in termini di diritti per i cittadini e le persone accolte” e per “aumentare le politiche di accoglienza e inclusione sociale di Roma Capitale, con particolare attenzione alle fragilità”.