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“Siete ancora lì”? Si interroga Charlie Hebdo quattro anni dopo

La rivista satirica francese ricorda l'attentato alla redazione con un numero speciale. Nel mirino del giornale estremisti religiosi e intellettuali.

Quattro anni dopo l’attentato del 7 gennaio 2015, Charlie Hebdo esce con un numero speciale. Il ritorno degli anti-illuministi, così titola l’ultimo numero del giornale francese. La copertina mostra un imam e un vescovo che soffiano sulla fiamma di una candela, la cui luce illumina l’edizione del 14 gennaio 2015 pubblicata una settimana dopo la strage:”tutto è perdonato”. In questa ultima uscita, la redazione, in maniera provocatoria, critica “tutti quelli si sono già stancati” di combattere il giornale satirico e disegna il ritratto di una società francese “oscurantista”. ‘Non sono solo le nostre storie personali ad essere state dimenticate, ma anche quello che ci è successo. Abbiamo l’impressione di voltare le spalle a questo, mentre a nostro avviso questi fenomeni di reazioni retrograde sono ancora presenti, anche più di 4 o 5 anni fa”, ha dichiarato Riss, direttore della rivista, in un’intervista a AFP. La pagina centrale si apre con “oscurantisti”, titolo rivolto a tutti quei personaggi che hanno ricordato l’anniversario dell’attacco: Il Papa, Donald Trump, alcuni membri della famiglia Le Pen, Dieudonné, Eric Zemmour, il presentatore TV Cyril Hanouna, lo scrittore Michel Houellebecq. 

“Siete ancora là?” scrive Riss, affermando che la “situazione riguardo al totalitarismo islamico è peggiorata. Come la creature aliena che depone uova senza interruzione, la blasfemia ha reso piccoli.. tutto è diventato blasfemo”. La sede di Charlie Hebdo era stata bersaglio di un attentato il 7 gennaio 2015, dopo che la rivista aveva pubblicato diverse copertine raffiguranti il profeta Maometto e al-Baghdadi, il leader dello Stato Islamico. Nell’attacco, rivendicato da membri di al-Qaeda, erano morte 12 persone. Ma il numero speciale non fa quasi mai riferimento alla strage, Riss, il direttore, ricorda: “non è più un’ostilità che viene unicamente dall’estremismo religioso, ma anche dagli intellettuali”.

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