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Mattarella firma il decreto: 1,3 miliardi il fondo per Carige

08 Gennaio 2019 - 22:52 Redazione
Nel decreto misure urgenti a sostegno della banca: 3 miliardi di garanzia per le obbligazioni e 1 miliardo per le azioni 

Mattarella ha firmato la sera dell'8 gennaio il decreto legge contenente "misure urgenti a sostegno della Banca Carige", prima banca italiana commissariata dalla Banca Centrale Europea. Il provvedimento è passato ora alla Camera. La bozza del decreto – non definitiva – prevede garanzie pubbliche che vanno fino a 3 miliardi di euro come limite nominale del valore delle nuove obbligazioni (bond) emessi da Carige e fino a 1 miliardo per le azioni della Cassa di risparmio di Genova e Imperia.

Nelle stime del Ministero dell'economia viene istituito un Fondo con una dotazione di 1,3 miliardi di euro per il 2019, destinato a coprire l'erogazione di liquidità di emergenza da parte dello Stato. Il tutto sarebbe eseguito entro i primi sei mesi dell'anno, quindi eventualmente anche dopo le elezioni europee.

L'obbiettivo

L'obiettivo è quello di "evitare o porre rimedio a una grave perturbazione dell'economia e preservare la stabilità finanziaria", nel rispetto delle norme europee che regolano il settore. La garanzia può essere concessa solo a seguito dell'approvazione della Commissione europea, che giudicherà la compatibilità dell'intervento con le norme europee che regolano gli aiuti di Stato nel contesto di sostegno alla liquidità in caso di crisi finanziaria.

Banca Carige dovrà presentare, entro due mesi dalla concessione della garanzia, un piano di ristrutturazione per confermare di poter continuare le sue attività autonomamente, senza ricorso al sostegno pubblico. Anche questo piano dovrà essere sottoposto alla Commissione Europea.

Ricapitalizzazione precauzionale

Al termine del Consiglio dei Ministri del 7 gennaio, il governo ha parlato di ricapitalizzazione precauzionale, definendola "un'ipotesi residuale e non attuale". La ricapitalizzazione precauzionale è uno strumento che può essere usato da uno Stato per venire in soccorso a una banca solvibile (che detiene il capitale necessario per tenere fede agli impegni economici assunti). Su approvazione della BCE, lo Stato emette buoni del tesoro versandone il ricavato alla banca con un tasso di interesse vantaggioso.

Oltre alle accuse di conflitto d'interessi rivolte al premier Giuseppe Conte, vicino all'ex membro del consiglio di amministrazione di Carige Guido Alpa, il provvedimento ha scatenato l'ira di una parte della componente pentastellata del governo. I cinque stelle avevano infatti attaccato il sostegno statale alle banche durante tutta la campagna elettorale. Il Pd non ha mancato di sottolineare l'apparente incoerenza del governo.

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