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Nord Corea, l’appello dei disertori: “Proteggete l’ex ambasciatore nordcoreano in Italia”

09 Gennaio 2019 - 17:50 Angela Gennaro
"Esortiamo Seul a sollecitare l'Italia per garantire la sicurezza di Jo e la sua famiglia e assicurare che possano liberamente venire in Corea del Sud", dice Thae Yong-ho, disertore ed ex incaricato d'affari nell'ambasciata di Pyongyan a Londra. 

Un gruppo di disertori nordcoreani ha chiesto al governo di Seul di fare pressione sull’Italia affinché garantisca la protezione del Jo Song-gil, il diplomatico che ha guidato per alcuni mesi l’ambasciata nordcoreana a Roma e di cui non si hanno notizie da novembre. Lo scrive l’Agi. Secondo le indiscrezioni, Jo Song Gil vive nascosto con la sua famiglia, forse in Italia, e potrebbe aver chiesto asilo a un Paese terzo.

Nord Corea, l'appello dei disertori:

Ambasciata Nord Corea a Roma – Giuseppe Lami/ANSA

“Esortiamo il governo sudcoreano a sollecitare l’Italia per garantire la sicurezza di Jo e la sua famiglia, secondo le disposizioni della Costituzione sudcoreana, e assicurare che possano liberamente venire in Corea del Sud”. È Thae Yong-ho, un altro ex diplomatico nordcoreano che ha disertato ed è fuggito in Corea del Sud nel 2016, a farsi portavoce dell’appello. Thae Yong-ho era l’incaricato d’affari nell’ambasciata di Pyongyan a Londra.

Nord Corea, l'appello dei disertori:

Credit: Parrocchia di Farra di Soligo

La Farnesina conferma a OPEN di non aver “ricevuto richieste di asilo da parte di alcun funzionario dell’ambasciata nordcoreana” come già ribadito alla stampa nei giorni scorsi. “Abbiamo solo agli atti la comunicazione dell’ambasciata nordcoreana in merito alla sostituzione del precedente incaricato d’affari con l’attuale, Kim Chon”. Le procedura di accreditamento sono andate a buon fine all’inizio di dicembre e Kim Chon è regolarmente in servizio. Jo Song-gil ha ricoperto le funzioni di Incaricato d’Affari dal 9 ottobre 2017 al 20 novembre 2018.

In una lettera aperta pubblicata sul suo blog il 5 gennaio scorso, Thae Yong esorta il suo ex collega Jo (con cui, racconta, ha frequentato la stessa università e ha poi lavorato) a seguire le sue orme. “Non so come contattarti, ma ti scrivo qui una lettera, so che leggi spesso il mio blog”, scrive l’ex diplomatico. Disertare è un “obbligo, non una scelta” per i diplomatici nordcoreani impegnati nell’unificazione, ha detto Thae. E Seoul è “l’avamposto” per quell’ “ardente desiderio” di molti dei circa 32mila disertori presenti nel lato meriodionale della penisola.

Nord Corea, l'appello dei disertori:

La lettera sul blog di Thae Yong

“Non è l’unica cosa che io e te, come diplomatici nordcoreani, dovremmo fare per il resto delle nostre vite – realizzare l’unificazione e consegnare una nazione unita ai nostri figli?”, scrive Thae. “Se venite a Seoul, anche i nostri colleghi ne seguiranno l’esempio e l’unificazione – tra le due Coree, ndr – si realizzerebbe da sola”. Thae Yong racconta anche di aver fatto visita con la famiglia a Jo nel 2008, proprio a Roma: l’ex incaricato d’affari ha infatti studiato in Italia dal 2006 al 2009.

Curiosità. L’Italia non ha mai avuto una rappresentanza diplomatica a Pyongyang, ma nel 2000 ha stabilito relazioni diplomatiche con la Repubblica Democratica Popolare di Corea. Da allora, il nostro Paese ha optato per la formula dell’accreditamento secondario da parte di una Ambasciata italiana in un altro Paese vicino per le esigenze funzionali delle relazioni con la Corea del Nord. L’accreditamento secondario è stato svolto all’inizio dall’Ambasciata d’Italia a Pechino e poi da quella a Seoul.

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