Congo, a vincere le presidenziali è il candidato dell’opposizione
È caos in Congo dopo che stamane la commissione elettorale ha dichiarato vincitore alle elezioni del 30 dicembre scorso il candidato dell’opposizione, Felix Tshisekedi. I risultati vengono contestati dalla Chiesa Cattolica del Paese, dalla Francia e da uno dei candidati.
Secondo la Ceni, la commissione elettorale indipendente, Tshisekedi avrebbe ricevuto oltre 7 milioni di voti – il 38,57% dei voti – contro i più di 4 milioni ricevuti dal candidato del partito di governo, Emmanuel Ramazani Shadary.
Il delfino di Kabila, l’ex ministro dell’Interno sotto sanzione dell’Unione europea arriva solo terzo, con il 23,8%. Mentre l’altro leader dell’opposizione, Martin Fayulu, è arrivato secondo con il 34,8% dei voti. “Felix Tshisekedi viene provvisoriamente dichiarato presidente della Repubblica Democratica del Congo”, dice Corneille Nangaa, capo della commissione elettorale indipendente Ceni, in conferenza stampa.
L’avversario Martin Fayulu non ci sta e parla di un “golpe elettorale” in un’intervista a Radio France Internationale. “Questi risultati non hanno nulla a che vedere con la verità dei sondaggi”, dice. “È un vero colpo di stato elettorale, è incomprensibile”.
Anche la Chiesa cattolica del Congo contesta: i risultati, spiegano, differiscono dal conteggio fatto dai suoi 40.000 osservatori che hanno monitorato il voto. Il segretario generale dei vescovi congolesi, Donatien Nshole, secondo l’Associated Press, ha però omesso di rivelare chi sia il vincitore secondo il conteggio degli osservatori ecclesiastici. Secondo quanto trapelato nei giorni scorsi, alla Chiesa risulta vincitore l’oppositore Martin Fayulu.
Dubbi sulla correttezza dello spoglio sono stati espressi anche dal ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, che ha definito i risultati “non conformi” a quanto riscontrato dalla Chiesa, dice sempre l’Ap.
Tshisekedi è quindi chiamato a sostituire Joseph Kabila, al potere per 18 anni. Kabila dovrebbe lasciare l’incarico questo mese: due anni fa, nel 2016, si era rifiutato di andarsene alla scadenza del suo mandato. Con il risultato arriva anche la paura di disordini e violenze: agenti di polizia sono stati schierati attorno al quartier generale della Commissione elettorale a Kinshasa e sul viale principale della capitale.
I sostenitori del candidato all’opposizione della Repubblica Democratica del Congo per l’elezione presidenziale, Felix Tshisekedi, fuori dal quartier generale del partito a Limete, Kinshasa, il 9 gennaio 2019. EPA / HINS KINSELLA CUNNINGHAM