Come tutelare i rider? Le ipotesi del ministero del Lavoro
Il ministero del Lavoro ha inviato ai fattorini e alle imprese di food deliveryuna serie di proposte per disciplinare il lavoro dei rider. Il documento è stato diffusoquasi in concomitanza con la sentenza della corte d'Appello di Torino, che ha parzialmente accolto il ricorso di cinque ex rider di Foodora, che chiedevano di essere inquadrati come lavoratori dipendenti. I giudici hanno applicatouna norma delJobs actche estende le protezioni del lavoro subordinato a quei collaboratori che sono autonomi solo sulla carta.Il documento del governo va nella stessa direzione eprevede una serie di «tutele minime» per i fattorini:
- una paga minima oraria al posto delpagamento a consegna, con un tetto di tre consegne l'ora e di 35 ore di lavoro settimanali;
- divieto di collaborazioni a partita iva e di retribuzione tramite "buoni lavoro";
- divieto di applicare ilranking reputazionale, ovvero di privilegiare i rider che hanno una produttività più alta o che rifiutano meno ordini;
- un importo forfettariocome indennità di fine rapporto;
- il rimborso delle spese per la manutenzione dei mezzi utilizzati;
- il riconoscimento deldiritto alla disconnessione.
Nel testo si citano anche le coperture Inps(contributi per la pensione) e Inail (assicurazione contro gli infortuni sul lavoro). In un'intervista alla Stampa, il consigliere del ministro Di Maio, Pasquale Tridico, ha detto che i ridersaranno considerati come collaboratori, non come lavoratori dipendenti e che l'idea del governo è di garantirgli alcune tutele previste per i lavoratori subordinati, proprio come ha fatto la Corte d'Appello di Torino.L’11 dicembre scorso i giudici hanno riconosciuto ai rider tredicesima, ferie e malattie pagate, ma non la subordinazione.
Restada capire se il governo formalizzerà queste direttive in una legge,in un accordo sindacale o se ricorrerà a entrambe le misure. Se le proposte saranno inserite in una legge, il loro impatto potrebbe andareben oltre la categoria dei rider. Iciclofattorini rappresentano lo 0,04% del mercato del lavoro italiano, ma i freelance che lavorano per piattaforme onlinesono quasi un milione e mezzo, e molto spesso le lorocondizionicontrattuali sono similia quelledeirider.
Nell'intervista alla Stampa Tridico ha attaccato le imprese di consegne a domicilio, dicendonon hanno «mai proposto nulla di accettabile». Le maggiori piattaforme, riunite nell’associazione Assodelivery, avevano presentato al governo un documento contenente una serie di proposte: un «compenso dignitoso», un’assicurazione contro gli infortuni e i danni a terzi (che la maggior parte di loro già offre) e l’impegno a non discriminare i lavoratori in base alla loro disponibilità e velocità di consegna. I fattorini l'avevano definita una «non proposta»