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Fca rivedrà il piano di investimenti in Italia dopo ecotassa: «È cambiato il contesto»

15 Gennaio 2019 - 07:47 Felice Florio
Il nuovo Ceo di Fiat Chrysler Mike Manley promette l'aumento della produzione negli Usa. Ma a una domanda sulla ecotassa su auto di lusso e diesel e sugli incentivi per elettriche e ibride, è arrivata la doccia fredda: «Certamente il piano da 5 miliardi va rivisto»

Aumenta la produzione negli Stati Uniti, ma sarà rivisto, probabilmente al ribasso, il piano di investimenti in Italia. Il Ceo di Fiat Chrysler, Mike Manley, ha commentato il futuro di Fca durante il Salone nordamericano a Detroit. Dagli Stati Uniti arrivano notizie preoccupanti per gli stabilimenti Fiat in Italia: il successore di Sergio Marchionne non si è spinto oltre nelle dichiarazioni, ma quel «Sarà rivisto il piano, il contesto è cambiato», con riferimento all’ecotassa su auto di lusso e diesel e agli incentivi per elettriche e ibride, suona come un allarme. Fiat Chrysler sta dunque revisionando il piano di investimenti per l’Italia da 5 miliardi di euro per il periodo 2019-2021, e di conseguenza anche l’obiettivo di piena occupazione negli stabilimenti. Invece negli Usa aumenterà la produzione per il ritorno sul mercato del Jeep Grand Wagoneer e un nuovo modello della famiglia Jeep. Tradotto, più posti di lavoro nelle fabbriche americane.

«L’amministratore delegato di Fca da Detroit ha valutato positivamente la vendita di Magneti Marelli e i risultati finanziari per proprietà e azionisti, ma ha anche dichiarato che è in discussione il piano di investimenti, industriale e occupazionale in Italia», ha commentato Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile per il settore automobilistico. «Queste dichiarazioni mettono a rischio l’occupazione per i lavoratori degli stabilimenti italiani che da anni sono in cassa integrazione perché i piani industriali dichiarati non sono stati realizzati»

«Non possono essere i lavoratori a pagare le scelte del nostro governo, al quale abbiamo già più volte sollevato la questione chiedendo di rivedere il provvedimento», rilancia Rocco Palombella, segretario della Uilm. «Il governo deve sapere che le sue azioni hanno una ricaduta concreta su 260mila lavoratori impiegati non solo in Fca, ma in moltissime altre imprese dell’automotive». Il riferimento è all’ecotassa sulle auto di cilindrata medio-alta e a diesel.

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