Brexit, l’appello di 172 imprenditori per un secondo referendum
172 uomini d’affari inglesi hanno inviato una lettera al Times per chiedere un secondo referendum sulla Brexit. Dopo il voto del 15 gennaio in cui è stato bocciato ilpiano di uscita concordato con l’Europa e la successiva mozione di sfiducia nei confronti della premier Theresa May, superata per pochi voti, i negoziati sull’uscita del Regno Unito dall’Europa sono più urgenti che mai.
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Tra i firmatari della lettera ci sono il designer Terence Conran, nominato cavaliere dalla Regina nel 1983, e l’architetto Norman Foster (famoso per aver realizzato il grattacielo Gherkin di Londra): entrambi hanno chiesto sia all’ala laburista che a quella conservatrice di convocare un nuovo voto. I promotori dell’iniziativa, che producono un giro d’affari da 100 miliardi di sterline, temono le ripercussioni economiche e finanziarie del no deal, l’uscita senza accordo. Anche il premio nobel per la medicina Paul Nurse e l’architetto Sir David Chipperfield si sono aggiunti al gruppo. Altri, come Mike Rake, l’ex presidente dell’operatore telefonico BT, avevano già in precedenza appoggiato la campagna di un ritorno al voto sulla Brexit.
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«L’unico modo sostenibileè chiedere alle persone se vogliono ancora lasciare l’Unione europea. Non abbiamo molto tempo prima di dover chiudere l’accordo. I politici non devono perdersi infantasie», scrivono nella lettera. L’appello arriva a ridosso della preoccupazione espressa dalla CBI, la Confederazione dell’Industria Britannica, cheha paragonato il Regno Unito a«una nave pronta a incagliarsi». Tuttavia, sia Theresa Mayche il laburista Jeremy Corbyn hanno respinto l’idea di un secondo referendum. Il primo ministro ha dichiarato che parlerà con alcuni deputati per trovare un compromesso. Mentre Corbynsta spingendo per nuove elezioni.