Il migrante annegato con la pagella cucita addosso: chi era e perché è diventato virale
Un ragazzo affogato nel mare, mentre cercava di arrivare in Europa. Aveva con sè la sua pagella, con tutti i voti presi a scuola. Era cucita nella tasca dei vestiti. Da qualche giorno tra i social network sta girando questa storia. Non si tratta di una bufala. Anche se quel ragazzo non ha un nome, quello che gli è successo è raccontato da una fonte autorevole: Cristina Cattaneo, un medico legale che negli ultimi anni si è occupata di riconoscere i corpi dei migranti annegati in mare.Insieme all’Ufficio del Commissario straordinario del Governo per le Persone Scomparse, Cattaneo ha creato il primo protocollo al mondo per identificare le vittime dei naufragi dei migranti.
Da dove arriva la storia
18 aprile 2015, il più grande naufragio nel Mar Mediterraneo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Un barcone proveniente dalla Libia si ribalta in mare e i soccorsi non riescono ad arrivare in tempo. All’inizio si pensava fossero morte circa 800 persone ma proprio nelle ultime settimane è emerso che il numero delle vittime è ancora più alto, probabilmente 1100.
Il relitto del peschereccio affondato il 18 aprile 2015
È su questo peschereccio sovraffollato che viaggiava il ragazzo diventato protagonista del racconto che gira in questi giorni. Veniva del Mali e oltre al dettaglio della pagella si conosce la sua età biologica: doveva avere attorno ai 14 anni. Nessuno sa ancora perché avesse deciso di portare un documento che certificasse i suoi voti a scuola, anche se le interpretazioni plausibili possono essere tante. Uno dei tweet più virali è quello dell’utente @GallozziMrita, qui la storia è accompagnata anche da una vignetta di Makkox.
https://twitter.com/statuses/1085477139749748737
Il racconto del medico
La storia del ragazzo con la pagella cucita sotto i vestiti è comparsa più volte negli ultimi anni. Su Internazionale nel novembre 2016, su Avvenire nel maggio 2017 e più recentemente su Globalist. La fonte è sempre la stessa. Si tratta di Cristina Cattaneo, un medico legale che ha lavorato per riconoscere i migranti morti nel naufragio del 18 aprile.
La dottoressa Cristina Cattaneo si è occupata anche dal caso Yara Gambirasio
Negli ultimi giorni questo racconto è tornato ad essere virale perché l’11 gennaio 2019 Il Foglio ha pubblicato una sua intervista. Davanti al giornalista Nicola Scevola, la dottoressa Cattaneo ha parlato del suo libro: Naufraghi senza volto, in cui ricostruisce i giorni passati a lavorare sui corpi ritrovati nel peschereccio affondato il 18 aprile.
La pagella è uno dei tanti oggetti che ha trovato sul corpo dei migranti. Oltre ai cellulari, alle cuffiette per la musica e i medicinali, nelle tasche di quelle persone finite in mare nella primavera del 2015 c’erano anche tanti sacchetti pieni di terra. Era quella presa vicino a casa, per ricordarsi l’inizio di un viaggio che avrebbe dovuto essere molto più lungo.