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Con il dl Semplificazioni l’agenda digitale italiana sarà del premier

23 Gennaio 2019 - 16:41 Chiara Piselli
Via la figura del commissario straordinario e la struttura che lo supporta. Un emendamento prevede che i suoi poteri siano trasferiti al presidente del Consiglio che si avvarrà di un team di esperti con alta esperienza e competenza tecnologica. Fondi necessari per l'attuazione:  6 milioni di euro annui a partire dal 2020

Presto la figura del commissario straordinario per l'attuazione dell'agenda digitale italiana potrebbe non esistere più. A partire dal primo gennaio 2020, i poteri e le funzioni – attualmente in carico a Luca Attias - potrebbero essere trasferiti al presidente del Consiglio o a un ministro da lui delegato. A prevederlo è un emendamento dei relatori al dl Semplificazioni all'esame delle Commissioni Lavori Pubblici e Affari Costituzionali del Senato che specifica anche le somme di denaro necessarie: 6 milioni di euro annui a partire dal 2020.  

Con il dl Semplificazioni l'agenda digitale italiana sarà del premier foto 1

«Al fine di garantire l’attuazione degli obiettivi dell’agenda digitale italiana - si legge nella proposta di modifica -, anche in coerenza con l'agenda digitale europea, le funzioni, i compiti e i poteri conferiti al commissario straordinario per l’attuazione dell’agenda digitale sono attribuiti al presidente del Consiglio o al ministro delegato».

Poteri che il premier eserciterà attraverso le strutture della presidenza del Consiglio dei ministri, insieme al ministero dell’Economia e delle Finanze per le materie di sua competenza. Dunque – oltre al commissario straordinario per l'attuazione dell'Agenda digitale – verrà meno anche la struttura operativa di supporto al suo lavoro, e dunque il team per la trasformazione digitale

​Il premier che assumerà la gestione della agenda digitale italiana si avvarrà di «un contingente di esperti con specifica ed elevata competenza tecnologica e di gestione di processi complessi». Il team che sarà scelto per questo scopo – individuato con apposito decreto del presidente del Consiglio - dovrà inoltre avere una rilevante esperienza nel campo del digitale e dell'innovazione, compreso «lo sviluppo di programmi e piattaforme digitali con diffusione su larga scala».

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