È il giorno degli italiani a Davos: tutto quello che c’è da sapere sul World Economic Forum
Dal 22 al 25 gennaio una cittadina svizzera di 11 mila abitanti diventa il centro del mondo. Incastonato tra le alpi e meta turistica privilegiata per gli sciatori, dal 1971 Davos è diventata celebre per il Forum economico mondiale che, ogni anno, riunisce stakeholder e leader del mondo finanziario, politico, imprenditoriale, accademico, artistico e culturale. Oggi a Davos è il giorno degli italiani.
C’è attesa per l’arrivo del ministro dell’Economia Giovanni Tria e il primo ministro Giuseppe Conte: il 23 gennaio parteciperanno a una tavola rotonda insieme al commissario europeo Pierre Moscovici e al presidente del brasile Jair Bolsonaro. Al centro del dibattito, la crescita economica all’interno dell’Ue.
Davos entra nel vivo: la delegazione del governo italiano si troverà sotto i riflettori proprio il giorno in cui Ángel Gurría, segretario generale dell’Ocse, potrebbe allinearsi con le previsioni di Bankitalia e Fondo monetario internazionale sul Pil dell’Italia. “Possibile che ci sia un taglio sulle stime di crescita a marzo”.
Non solo problemi di bilancio pubblico: l’Italia si trova in una situazione di isolamento politico nell’Unione europea a causa delle recenti polemiche con Parigi sui Gilet gialli e sui migranti. All'interno di quest'ultima si è inserita anche la Germania. Più di 3 mila le personalità che interverranno nei quattro giorni del summit, che prevede circa 350 sessioni di lavoro. La pretesa è quella di tracciare linee guida che preparino i Paesi alle sfide globali imposte dal rallentamento dell’economia. I topic più inflazionati quest’anno sono ambiente, cybersecurity, riforme istituzionali e conflitti.
Eppure i presenti al Forum di Davos sono proprio i rappresentanti di quella élite distante dai problemi che colpiscono le fasce più deboli della popolazione. Vale la pena ricordare che, secondo i dati di Oxfam, in questo momento esistono 26 miliardari il cui patrimonio è pari al reddito di 3 miliardi e 800 milioni di persone. Ancora, la ricchezza di 1.900 miliardari censiti da Forbes è aumentata in un anno di 900 miliardi di dollari, +1,2%, mentre la povertà a livello globale è cresciuta del +11%. Ma affrontare il tema della povertà non pare essere tra le prerogative a Davos.
Tra i grandi assenti, Donald Trump, impelagato a sbloccare la situazione lo shutdown negli Stati Uniti, Emmanuel Macron, alle prese con le proteste dei Gilet gialli, e Theresa May, che deve ridiscutere un nuovo accordo per la Brexit dopo aver rischiato la sfiducia del parlamento. Anche Matteo Salvini e Luigi Di Maio non partecipano al World Economic Forum: quasi in campagna elettorale per le europee, per i due viceministri sarebbe controproducente apparire nel cuore dell’establishment globalista.
Per quanto riguarda i presenti, oltre a Conte e a Tria, l’altro membro del governo italiano presente è il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. Ma anche diversi esponenti del settore pubblico finanziario e del panorama industriale italiano.
Sul web c’è chi fa ironia sul fatto che si tratti “semplicemente dell’evento di networking più caro al mondo, con la pretesa di dare vaccini gratis in tutto il mondo e di sventare guerre nucleari, ma che in realtà si finalizza in feste private e cene di lusso”. A parte la satira, lo stesso Financial Times ha notato come l’impennata dei prezzi renda impossibile pernottare in questo periodo a Davos e dintorni per meno di 2.500 euro a notte. Un costo proibitivo, senza considerare che il ticket della durata di quattro giorni per l’accesso agli eventi costa circa 27 mila dollari a persona.