Sophia, Conte: «Merkel mi ha confermato che non ci sarà ritiro»
La Germania continuerà a partecipare alla missione Sophia, l’operazione nel Mediterraneo che doveva terminare il 31 dicembre 2018, ma poi è stata prorogata per altri 3 mesi. Lo hanno confermato sia il ministro dell’Interno tedesco che il portavoce di Angela Merkel.
In serata arriva la conferma del premier Conte dopo un incontro con la Cancelliera tedesca. Dichiara Conte che Merkel «mi ha informato che non vogliono ritirarsi da Sophia. Ho approfittato per ribadire che per Sophia dobbiamo trovare un meccanismo diverso da quello che è stato applicato».
Il premier, interpellato dai giornalisti al termine dei lavori del Wef ha continuato: «In caso di operazioni di salvataggio, i migranti vengono portati nel porto più vicino italiano. Questo non è accettabile – ha sottolineato – vogliamo una responsabilità condivisa anche in ordine agli sbarchi».
Sempre con riferimento all’incontro con Merkel, Conte ha proseguito: «Le ho detto che tutti dobbiamo lavorare su questo. In sé l’operazione è importante e strategica ma se prelude a questo risultato è inaccettabile».
Sulla situazione generale dei migranti, «ho richiamato l’attenzione all’importanza di dare un impulsoa trovare una soluzione. Bisogna affrontare la questione in modo più generale, in un contesto europeo. Se non si fanno operazioni concrete, l’Europa va incontro a gravi difficoltà, può addirittura deflagrare», ha concluso
In giornata, dopo un primo annuncio dell’uscita della Germania – uno dei sei Paesi coinvolti nell’operazione insieme all’Italia, la Francia, il Regno Unito, il Belgio, la Slovenia e la Spagna – era arrivata la smentita del portavoce del ministero della Difesa tedesco: la sospensione dovrebbe essere soltanto temporanea.
Oggi il portavoce del ministero della Difesa tedesco ha aggiunto: «Se ci saranno le condizioni per ripristinare il compito principale della missione Sophia, e cioè il contrasto ai trafficanti di uomini, la Germania è pronta a mandare di nuovo le sue navi».
Un gesto che aveva acuito la tensione sulla gestione dei migranti tra gli stati europei, in particolare tra l’Italia e l’asse franco-tedesco. Per il Ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini, l’uscita della Germania era da considerare come uno “sgambetto” all’Italia ma in realtà è un “autogol”.
Parole dure però arrivano da fonti vicine a Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza: «L’Operazione Sophia è stata ed è ancora un’eccellenza della politica di difesa europea. Ha contrastato il traffico di esseri umani nel Mediterraneo fino quasi a fermarlo del tutto, addestrato la guardia costiera libica, e salvato vite. Sophia ha portato tutta l’Ue nel Mediterraneo, dove l’Italia era sola prima del 2015. Se oggi l’Italia, che ha il comando e il quartier generale dell’operazione, non vuole più Sophia, siamo pronti a chiuderla». In pratica un ultimatum all’Italia.
Oggi il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi è tornato sulla questione: «L’Italia non ha mai chiesto la chiusura di Sophia. Ha chiesto che siano cambiate, in rigorosa e doverosa coerenza con le conclusioni del Consiglio Europeo di giugno 2018, le regole relative agli sbarchi delle persone salvate in mare».
Per Salvini la Mogherini si è “dimenticata” di essere italiana : «Il prossimo commissario Ue che nominerà l’Italia farà gli interessi degli italiani. Ricordo alla Mogherini che non è l’Italia che si sfila da Sophia ma Francia e Germania. Se pensavano di fare un dispetto all’Italia, in realtà fanno un dispetto a loro stessi».
Il ministro dell’Interno è poi tornato a puntare il dito contro le Ong che svolgono attività di soccorso in mare: «Ci sono evidenze di contatti telefonici tra alcune persone a bordo delle navi delle Ong e alcuni trafficanti a terra». Un’ipotesi che era alla base dell’indagine del capo della procura di Catania Carmelo Zuccaro, poi archiviato per mancanza di prove. Le dichiarazioni di Salvini sembrano indicare che nuove indagini potrebbero aprirsi.
Vari esponenti Ue hanno difeso l’operazione. Per il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani «la missione Sophia è interesse nazionale e va conservata, si può modificare, si può rafforzare ma bisogna costringere tutti i paesi europei ad essere parte di un’azione contro l’immigrazione. Deve esserci più solidarietà da parte degli altri Paesi dell’Ue». Per il Commissario Ue per le migrazioni, «Sophia è un’operazione di successo e dovrebbe proseguire».
All’estero anche il ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer, ha dichiarato che la costante riduzione delle richieste di asilo «dimostra che la politica nell’ultimo anno ha fatto ordine». «C’è ancora molto da fare», ha continuato Seehofer «soprattutto sul fronte dell’integrazione. È una missione che durerà molti anni».
Nella serata arriva un ulteriore apertura del governo tedesco sul tema delle quote: «La Germania continua a considerare positivamente la richiesta di una equa distribuzione dei migranti in Europa». Lo ha affermato un portavoce del ministero degli Esteri tedesco in merito alle polemiche sul destino dell’operazione.«L’importante – ha aggiunto – è che “si stabilisca una regola continuativa, in modo che non si sia costretti a decidere di caso in caso».