Il telescopio spaziale Ariel cercherà la vita sugli esopianeti
Il progetto del telescopio spaziale Ariel (Atmospheric Remote-sensing Exoplanet Large-survey) ha ottenuto un finanziamento da 450 milioni di euro dall’Agenzia spaziale europea (Esa). La sua missione è mappare oltre mille sistemi planetari alla ricerca degli esopianeti – cioè pianeti esterni al sistema solare e simili alla Terra – che potrebbero ospitare la vita.
Il progetto è partito il 20 marzo scorso. Tra le principali protagoniste di questa impresa c’è la planetologa Giovanna Tinetti dell’Università di Londra. In genere, un esopianeta viene individuato facendo una stima delle dimensioni, della massa e della distanza tra la sua orbita e il sole: con Ariel si sperimenterà una nuova metodologia basata sullo studio delle componenti chimiche dell’atmosfera.
Gli esempi di Venere e Marte
Nel nostro sistema solare, la fascia ideale per la creazione della vita è tra Venere e Marte. Eppure oggi solo la Terra ospita sicuramente la vita. Ecco perché nella ricerca degli esopianeti saranno valutati anche i rapporti tra la chimica e la fisica dell’atmosfera, oltre a tutti gli altri parametri citati.
Su Venere si è generato un effetto serra di dimensioni impressionanti che rendono il pianeta un vero e proprio forno, intrappolando il calore del Sole senza lasciarlo uscire; viceversa su Marte – dove per un certo periodo sono esistiti degli oceani che potrebbero aver portato allo sviluppo della vita – potrebbe essere stata proprio la composizione chimica dell’atmosfera a determinare la repentina desertificazione del pianeta.