Cara di Castelnuovo, per ora i bimbi restano
Non si placano le polemiche – e la confusione – sul destino delCentro per richiedenti asilo di Castelnuovo di Porto, cittadina a nord di Roma, che il ministero degli Interni ha deciso di chiudere entro fine mese. Bambini e nuclei famigliari per il momento restano nella struttura: una sostanziale marcia indietro, visto che per molti di loro era inizialmente previstoil cui trasferimento verso altre regioni cominciato nei giorni scorsi.
«Nessun bambino viene strappato agli amici o alla scuola», assicura una nota diffusa giovedì 24dal Viminale. Una posizione che qualcuno legge come una parziale marcia indietro dopo le polemiche e l’attenzione mediatica sulla chiusura del centro. Il sindaco di Castelnuovo, Riccardo Travaglini, va oltre e chiede una «sospensiva del trasferimento di tutti». Richiesta inascoltata: proseguono le partenze, oggi una cinquantina di persone lascerà il Cara per il Piemonte.Molti cittadini hanno portato al centro beni di prima necessità per chi parte.
Ansa/Massimo Percossi
L’ultimo pullman è previsto per il 26 gennaio. «Il totale di persone trasferite sarà inferiore al numero inizialmente comunicato», dice a Open Roberto Rotondo della cooperativa Auxilium che gestisce il centro. Ong come Medici senza Frontiere e BeFree –cooperativa romana che si occupa di violenza di genere e vittime di tratta- hanno infatti segnalato alla prefettura casi particolari per cui sarebbe stato opportuno fermare il trasferimento. Come peralcune donne vittime di tratta seguite da BeFree conprocessi in atto a Roma.
I bambini, raccontano le insegnanti, non stannoandando a scuola in questi giorni. Il tentativo, spiegano dal comune di Castelnuovo, dovrebbe essere quello di trovare per loro soluzioni – «difficile immaginare quali» – per assicurare la continuità scolastica.
Ansa/Massimo Percossi
Il sindaco di Castelnuovo di Porto e i 107 lavoratori della cooperativa Auxilium che rischiano di perdere il lavoro il 31 gennaio con la chiusura del centro,sono stati ricevuti al ministero dello Sviluppo economico, dove si è aperto un tavolo di crisi.