Trafugata in Belgio la «Sacra Famiglia» attribuita a Michelangelo. Ma sarebbe «un falso»
Jan Van Raemdonck, pastore della città di Zele, un piccolo centro a nord di Bruxelles, è amareggiato. Dopo aver confidato a 20 persone di fiducia l’intenzione di sottoporre ad autenticazione un quadro della sua chiesa di San Ludgero di Zele, il dipinto è improvvisamente scomparso tra l’11 e il 12 gennaio. Trafugato dall’altare della navata centrale della chiesa. Supponendo si potesse trattare di un’opera di Michelangelo o di qualche suo allievo, Van Raemdonck ha chiamato la polizia locale.
La chiesa di San Ludgero a Zele. Foto: Wikipedia
«Una signora che vive nelle vicinanze ha visto un giovanotto di circa 20 anni vicino alla chiesa, intorno alle 5 di giovedì. È andato via quando ha acceso la luce di casa sua. Venerdì mattina, intorno alle 9, due signore che stavano mettendo dei fiori sull’altare hanno notato che la porta era aperta e il dipinto era scomparso», ha raccontato Van Raemdonck al Guardian.
Il quadro la Sacra Famiglia rubato. Foto: Jon Van Raemdock
L’opera, risalente al XVI secolo, raffigurante la Sacra Famiglia era stata donata 16 anni fa da un ex senatore belga, Etienne Cooreman. Il quadro era stato valutato intorno ai 10 mila euro ma, una volta emersa l’ipotesi che si potesse trattare di un dipinto di Michelangelo, ha raggiunto un valore di circa 100 milioni di euro.
Il dubbio sull’autenticità è sorto quando il pastore belga raccoglieva materiale per la lavorazione di un romanzo sul dipinto e ha riscontrato una grande somiglianza con un’opera di Michelangelo, appartenente alla Portland Collection dell’Harley Gallery.
Il pastore Jon Van Raemdock con il quadro la Sacra Famiglia rubato. Foto: Jon Van Raemdock |
«Non ho parlato del mio sospetto sul dipinto in chiesa. Volevo aspettare il parere degli esperti, se avessero detto che si trattava di un Michelangelo, avrei ottimizzato la sicurezza dell’edificio. L’ho confidato solo a parenti, amici e ai membri del consiglio della chiesa».
La vicenda è curiosa anche per chi non è propriamente appassionato d’arte, ma c’è qualcosa di ancor più misterioso del furto in sé. Nelle diverse interviste rilasciate alla stampa estera, il pastore Van Raemdonck ha fatto riferimento all’ispezione che avrebbero dovuto svolgere da lì a pochi giorni alcuni esperti d’arte italiani.
L’unica esperta menzionata è la dottoressa Maria Forcellino, professoressa di storia dell’arte all’Università di Salerno, ricercatrice associata presso il Royal Dutch Institute di Roma e attualmente ricercatrice associata all’Institute for Cultural Inquiry (Icon) dell’Università di Utrecht, nonché una delle massime esperte in Italia e nel mondo delle opere di Michelangelo.
La dottoressa Maria Forcellino. Foto: Archeoares
Contattata da Open, ha spiegato: «Nelle mie ricerche, raccolte nel volume “Michelangelo, Vittoria Colonna e gli “spirituali” mi sono occupata dei dipinti della Madonna del Silenzio o Sonno, tratti dal disegno di Michelangelo appartenente alla Portland Collection o dall’incisione che ne circolò nel Cinquecento».
Madonna del Silenzio, Michelangelo Buonarroti, 1538, The Portland Collection
«Ho analizzato alcuni di questi dipinti in relazione al disegno di Michelangelo, la maggior parte dei quali considerati del suo allievo, Marcello Venusti. Mi sono occupata in particolare dell’unico dipinto su questo soggetto firmato e datato da Venusti nel 1563 che si trova a Lipsia, al Museum der Bildenden Künste».
Madonna del Silenzio, Marcello Venusti, 1563, Museum der Bildenden Kunste
«Io non conosco il dipinto di Zele se non dalle riproduzioni che mi ha inviato il pastore Jan Van Raemdonck a fine novembre, quando mi ha invitata a visionare l’opera. Sulla base delle informazioni a mia disposizione non ho mai pensato potesse trattarsi di un dipinto originale di Michelangelo».
I tre dipinti messi a confronto
Contattata una seconda volta per capire se avesse comunque accettato di visionarlo di persona in un secondo momento, la dottoressa risponde: «Il pastore Van Raemdonck mi ha inviato la riproduzione del dipinto non come un Michelangelo, ma come un’opera tratta da un disegno di Michelangelo. Gli ho risposto segnalandogli il mio libro in cui avevo studiato dipinti simili di Venusti e dei suoi allievi e, non conoscendo questo dipinto di Zele, mi interessava ricevere informazioni in proposito. A questo punto padre Van Raemdonck mi ha inviato del materiale della sua ricerca dal quale ho capito che lui riteneva che l’opera presente a Zele fosse di Michelangelo, invitandomi a visionarla. Ho risposto che non avevo tempo, e se ne avessi avuto nell’anno successivo sarei passata una volta. Non ho mai detto che sarei andata “a breve” a Zele».
Pietà di Ragusa
«Tengo a precisare di non essermi mai impegnata per una perizia in termini professionali, cosa che non faccio mai. Trattandosi di un dipinto probabilmente di Venusti, in un luogo pubblico, una chiesa, se ne avessi avuta l’occasione, sarei passata una volta a vederlo, per puro interesse di ricerca. Il rapporto Michelangelo – Venusti è importante nelle mie ricerche e nel dibattito accademico in corso da diversi anni su due possibili dipinti di Michelangelo, la Crocefissione Cavalieri e la Pietà di Ragusa».
Crocifissione Cavalieri
La dottoressa Maria Forcellino era dunque già stata interpellata dal pastore Van Raemdonck, dando un riscontro negativo sulla possibile autenticità dell’opera. A questo punto sorge una domanda: perché il pastore Van Raemdonck ha dichiarato che fosse un dipinto di Michelangelo malgrado la risposta negativa dell’esperta e afferma che il quadro sarebbe stato esaminato da lì a breve, se invece sin dal principio non era stata espressa l’intenzione di ispezionarlo in quanto non autentico? Mistero della fede (artistica).