Filippine, bombe alla cattedrale di Jolo: diversi morti e feriti
Durante la messa domenicale del 27 gennaio, sono esplose due bombe nella cattedrale di Jolo, un’isola a sud delle Filippine. Il bilancio delle vittime non è ancora definitivo: secondo la polizia locale, per il momento si registrano 20 morti (in un primo momento la cifra circolata era di 27) e 77 feriti, di cui 14 soldati, due poliziotti e 61 civili.
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La prima esplosione si sarebbe verificata sulla porta d’ingresso, mentre la seconda nella parte esterna all’edificio, quando già le forze governative stavano rispondendo all’attacco. La strada principale è stata immediatamente transennata, e i feriti più gravi sono stati trasportati in elicottero nella vicina città di Zamboanga.
L’edificio, la cattedrale di Nostra signora del Monte Carmelo, era già stata bombardata in passato. L’isola di Jolo, infatti, è stata a lungo scossa dalla presenza dei militanti di Abu Sayyaf, un gruppo separatista islamico con base nelle isole a sud delle Filippine, e da sempre nel mirino degli Stati Uniti.
Al momento non c’è stata ancora nessuna rivendicazione dell’attacco, avvenuto a meno di una settimana dalla concessione di una speciale autonomia alla minoranza musulmana del Paese. I cattolici della provincia di Sulu, dove si trova Jolo, non l’hanno riconosciuta. L’attentato potrebbe essere quindi la prosecuzione di un conflitto tra minoranza musulmana e maggioranza cattolica che dura da 50 anni e in cui sono morte oltre 150mila persone.
Il segretario alla Difesa, Delfin Lorenzana, ha dichiarato in una nota di aver «ordinato alle truppe di alzare il livello di allerta per garantire la sicurezza in tutti i luoghi di culto», e di aver messo in atto «azioni preventive per stroncare sul nascere eventuali azioni ostili».