Cara di Mineo, la promessa di Salvini: «Chiusura entro dicembre»
Due anni fa aveva dormito al Cara di Mineo e dai banchi dell'opposizione aveva promesso la chiusura del centro migranti nella provincia catanese. Dopo sette mesi al governo, Matteo Salvini torna sul tema: «Voglio chiuderlo entro quest'anno. Più grossi sono i centri più è facile che si infiltrino i delinquenti». L'annuncio arriva il giorno seguente il blitz della polizia a Catania che ha portato a 19 fermi. Secondo il procuratore Carmelo Zuccaro (lo stesso che aveva portato avanti quelle poi archiviate sui rapporti tra Ong e scafisti) una banda di spacciatori di cocaina e marijuana aveva come base operativa Catania e il Cara di Mineo.
Ci sarebbe stato un vero e proprio scontro tra gruppi rivali per assumere e conservare il predominio sulle comunità straniere presenti all'interno del centro per richiedenti asilo, creando un forte assoggettamento omertoso. I provvedimenti, emessi dalla procura distrettuale antimafia hanno ipotizzato a vario titolo i reati di associazione mafiosa, traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope e violenza sessuale aggravata. «Complimenti agli inquirenti e alle forze dell'ordine che hanno sgominato una cellula della mafia nigeriana che aveva base nel Cara di Mineo», ha detto Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia) auspicando la chiusura del centro.
Secondo la commissione parlamentare d'inchiesta sui Cie e i Cara, quello di Mineo andava chiuso nel più breve tempo possibile. La relazione conclusiva (datata 2017 e votata all'unanimità) definiva la struttura «un caso di scuola delle contraddizioni e dei limiti insiti in un approccio evidentemente fallimentare al fenomeno migratorio e alla gestione dell'accoglienza». Intanto sta per concludersi lo smantellamento di un altro centro, quello di Castelnuovo di Porto (a nord di Roma) iniziato la scorsa settimana. Open ha adottato uno degli ospiti: Anszou Cissé, calciatore della Castelnuovese Calcio di 19 anni.