Epidemia di morbillo nello stato di Washington: il governatore dichiara l’emergenza
Sono 35 i casi confermati di morbillo nello stato di Washington, dove il governatore ha dovuto proclamare lo stato d’emergenza. Il focolaio sembra localizzato nella contea di Clark con 35 casi – 24 sono bambini - dove è in corso un’indagine su quella che ormai è riconosciuta come un'epidemia di morbillo.
L'attività no-vax americana negli stati occidentali
Secondo quanto riporta la Cnn, l'emergenza morbillo è legata al calo delle vaccinazioni dei bambini, avvenuto malgrado l'amministrazione abbia raccomandato di assumere le prime dosi già entro i 12 e i 15 mesi di età. Anche nel vicino stato dell’Oregon, a Portland, è stata recentemente registrata un’epidemia di morbillo, con 23 casi confermati, tra cui 18 bambini tra 1 e 10 anni. Proprio Portland è stata definita l’hotspot dell’antivaccinismo. Anche qui il problema è l'insufficiente copertura vaccinale.
Quali sono i rischi per i più piccoli
L’obiezione dei no-vax è sempre la stessa, anche oltre oceano: il morbillo non sarebbe una malattia pericolosa, motivo per cui le raccomandazioni delle amministrazioni pubbliche risulterebbero sospette. C’è anche chi – come si usava un tempo – fa contagiare apposta i propri figli in modo da fargli passare la “malattia esantematica”. Ne parla a Open Stefano Zona, medico specialista in malattie infettive e genitore dell’associazione Io Vaccino, da tempo in prima linea nella lotta contro la disinformazione sui vaccini.
Quali complicazioni può causare il morbillo nei bambini?
«Nella maggior parte dei casi, le malattie esantematiche non lasciano danni, ma non è vero che hanno sempre un decorso tranquillo. Il morbillo può causare febbre alta, gastroenterite o una polmonite con Ards (sindrome da distress respiratorio acuto). Si può avere anche una encefalite. Nei bimbi sotto un anno – non vaccinati secondo il calendario – si può avere un caso di Pess (panencefalite subacuta sclerosante): normalmente la Pess colpisce un individuo ogni centomila, ma il rischio è più elevato nei casi in età precoce, dove è di 1 ogni 700 malati. Vuol dire che se mille bambini all'anno sotto l’età vaccinale si ammalassero di morbillo, uno avrebbe la Pess. Se non avessimo vaccinazioni e la malattia fosse endemica, 450 mila bambini ogni anno sarebbero a rischio di morbillo e quindi di Pess».
In America è molto diffusa la moda di far fare ai figli la scuola a casa, pur di non vaccinarli. Non si parla mai di quei bambini che a scuola non possono andare perché sono immunodepressi e in classe non viene garantita la copertura vaccinale. Conosce qualche esempio anche in Italia?
«Noi abbiamo conosciuto diversi casi di famiglie con bambini immunodepressi, perché magari hanno avuto malattie del sangue e non hanno possibilità di andare a scuola. I genitori hanno chiesto alle istituzioni una maggiore protezione. L’anno scorso abbiamo sostenuto la petizione di un gruppo di genitori i cui figli hanno avuto un trapianto di fegato. Ogni anno circa 10 mila bambini sono immunodepressi, questi andrebbero aiutati con l’immunità di comunità. Vivono da reclusi tutto il giorno e la scuola per questi bambini sarebbe una conquista. Ma i genitori non potevano mandarli perché la scuola non dava sufficienti garanzie. Per le persone immunodepresse le malattie esantematiche possono essere anche mortali».
Oltre all’avversione verso le “raccomandazioni dall’alto” ci sono anche diversi spauracchi. A parte i presunti collegamenti con l’autismo, si parla anche di metalli e di troppi antigeni iniettati.
«Non c’è nulla di vero. Il sistema immunitario è altamente capace di sostenere tante vaccinazioni contemporaneamente, migliorando la risposta immunitaria e riducendo il rischio di eventi avversi. La questione dell’autismo è stata smontata da anni e ormai è considerata alla stregua delle scie chimiche. La questione dei vaccini “non puliti” è l’ultima bufala su cui si sta cercando di fare leva. A chi conviene che i genitori non vaccinino i figli? Non lo sappiamo con certezza, ma di sicuro esiste un mercato di cure alternative, di esami pre e post vaccinali, diete e tanti altri servizi inutili, se non addirittura dannosi, offerti contestualmente al messaggio di terrore secondo cui i vaccini sarebbero il male del mondo».