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Sea Watch, Francia e Germania rispondono a Salvini: «Pronti ad accogliere i migranti»

29 Gennaio 2019 - 09:31 Redazione
Il ministro dell'Interno aveva detto che avrebbe dato l'ok allo sbarco dei 47 migranti a bordo solo se ci fosse stata la disponibilità di altri Paesi europei 

La situazione non è ancora risolta, ma lo sbarco dei 47 migranti della Sea Watch 3 ora sembra più vicino. Dopo la Germania, anche la Francia ha detto di essere disponibile ad accogliere parte dei naufraghi salvati dalla nave della ong tedesca, andando in contro alle richieste del ministro dell'Interno Matteo Salvini. «La Francia – ha detto Macron a Cipro durante una conferenza stampa col premier italiano Conte – ha sempre partecipato alla redistribuzione dei migranti e questo vale anche per la Sea Watch 3».

Come la Francia, anche la Germania si è detta pronta a fare la sua parte. «Il governo tedesco si è già dichiarato disponibile a dare un contributo solidale insieme ad altri Stati membri», ha detto il portavoce del ministero dell'Interno all'Ansa. Per Matteo Salvini lo sbarco dei migranti bloccati in mare ormai da 10 giorni, e ormeggiati davanti al porto di Siracusa, sarebbe stato possibile soltanto se altri Paesi europei avessero partecipato alla redistribuzione. Finora – ha detto il premier Conte – oltre a Francia e Germania hanno dato l'ok anche Portogallo, Malta e Romania. La situazione si è sbloccata anche grazie all'intervento della Commissione Europea che aveva chiesto di procedere con lo sbarco il prima possibile.

Video Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

Nei giorni scorsi sia Salvini che Di Maio avevano chiesto all'Olanda di farsi carico dei migranti, perché la Sea Watch 3 – pur essendo gestita da una Ong tedesca – batte bandiera olandese. Dopo un botta e risposta durato diversi giorni, il ministero delle Migrazioni olandese ha scritto di «aver preso atto della richiesta dell'Italia di rilevare i migranti, fornita tramite i canali diplomatici appropriati», ma l'ha di fatto respinta al mittente, facendo ricadere la decisione sul capitano della Sea-Watch 3: «Spetta a lui trovare un porto sicuro per sbarcare i 47 migranti a bordo».

La sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo

Gli avvocati delle ong Mediterranea e Sea Watch si sono rivolte alla Corte europea dei diritti dell'uomo per chiedere «se il governo italiano, impedendo lo sbarco, stia violando i diritti fondamentali delle persone soccorse». I giudici hanno chiesto al Governo italiano di «adottare tutte le misure necessarie, il prima possibile, per fornire adeguate cure mediche, cibo, acqua e generi di prima necessità», ma non hanno accolto la richiesta di procedere con lo sbarco. Nei giorni scorsi, l'Italia aveva già inviato cibo e personale medico a bordo.

Le condizioni dei migranti

Il ministro della Salute Giulia Grillo ha detto che le condizioni di salute dei migranti sono buone: «La situazione sulla nave Sea Watch dal punto di vista sanitario è assolutamente sotto controllo e comunque il nostro Paese ha fornito e fornirà sempre l'assistenza sanitaria, mentre gli altri stanno a guardare affacciati alla finestra». Meno rassicuranti le parole (e le immagini) di alcuni dei parlamentari saliti sulla Sea Watch 3: a bordo – hanno fatto sapere – c'è un solo bagno chimico per oltre 50 persone. I migranti dormono per terra o in una stanza angusta dove sono stati messi dei letti a castello di metallo. Dopo 10 giorni in mare, oltre a quelli della traversata, molti migranti sono stremati.

Le iniziative dell'opposizione

Nei giorni scorsi diversi parlamentari sono saliti a bordo della Sea Watch 3: Riccardo Magi di +Europa, Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, Stefania Prestigiacomo di Forza Italia. Il 28 gennaio è stata la volta dei parlamentari del Pd Matteo Orfini e Maurizio Martina. Orfini ha annunciato di voler presentare un esposto contro il governo: «I migranti – ha detto – sono trattenuti in modo illegittimo sulla Sea Watch ma a nostro avviso ci sono altri punti di arbitrarietà e illegittimità». Il procuratore di Siracusa Fabio Scavone ha risposto a stretto giro che una decisione sullo sbarco non spetta a lui: «Io posso solo verificare se ci sono condizioni igenico sanitarie di assoluta carenza che possano determinare l'inidoneità della nave alla navigazione o a consentire l'ulteriore permanenza a bordo delle persone – ha detto – Valutiamo giorno per giorno».

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