Ponte Genova, dieci nuovi indagati per falso
Sono dieci i nuovi nomi iscritti nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sul crollo del ponte Morandi. Si tratta di dirigenti e tecnici di Autostrade per l’Italia e di Spea Engeneering, la società del gruppo Atlantia che si occupa del monitoraggio della rete autostradale. L’accusa per tutti loro è di falso in procedimento. Gli inquirenti vogliono fare luce su alcune discrepanze emerse dai resoconti dei testimoni sentiti dal 14 agosto scorso a oggi dai due pm titolari dell’indagine, Massimo Terrile e Walter Cotugno. Le sedi di Spea erano già state perquisite in passato, ma per cercare documenti sul ponte crollato. Questa volta, invece, gli accertamenti si allargano per valutare lo stato di manutenzione di altre strutture in condizioni di degrado. Tra questi, il ponte Paolillo sulla A16 in Puglia, e altri due viadotti di Genova: il Pecetti e il Sei Luci.
La notizia dei nuovi indagati arriva dopo le perquisizioni della guardia di finanza nelle sedi di Autostrade, di Spea e negli uffici dell’Utsa (l’ufficio tecnico per la sicurezza di Autostrade) nelle sedi di Genova, Milano, Bologna, Firenze e Bari. Nel corso del blitz, le fiamme gialle hanno sequestrato nuovi documenti ufficiali e informali. Non tanto utili a fare luce sulle responsabilità connesse al crollo del ponte Morandi, quanto piuttosto a comprendere meglio quale sia il modo di procedere nel monitorare la salute delle infrastrutture. Soltanto una settimana fa la Guardia di Finanza aveva eseguito un’altra ispezione nelle sedi a Genova, Milano e Firenze per chiarire la portata dei rischi connessi alle condizioni di degrado di questi altri 5 viadotti. Secondo Autostrade l’ipotesi che i viadotti siano a rischio è destituita di ogni fondamento.
Autostrade per l’Italia ha fatto sapere di aver inviato al ministero delle Infrastrutture e Trasporti un report sui viadotti in questione, con il dettaglio delle verifiche effettuate e degli interventi manutentivi già realizzati o in corso. In nessun caso – ha spiegatoAspi – sono stati riscontrati problemi riguardanti la sicurezza di queste opere. Intanto, il sindaco-commissario per la ricostruzione Marco Bucci conferma che l’8 febbraio saranno demoliti i primi 40 metri di impalcato del moncone ovest del ponte Morandi,ossia quello sopra le aziende. Bucci è fiducioso di riuscire a rispettare tutta la tempistica prevista dal contratto di affidamento dei lavori. Contratto secondo cui la fase di ricostruzione dovrebbe cominciare il 31 marzo, il nuovo viadotto dovrebbe essere pronto a Natale e la riapertura il 15 aprile 2020.
Tuttavia, le indagini potrebbero rallentare questa tabella di marcia: è possibile che l’udienza del primo incidente probatorio – fissata per l’8 febbraio e cruciale per il via libera ai lavori sul moncone est – slitti perché manca la traduzione (dal tedesco all’italiano) della perizia sugli stralli arrivata dalla Svizzera. «Non sono preoccupato e troveremo i modi per non fare ritardi – commenta Bucci – ho completa fiducia nella magistratura visto che fino a oggi abbiamo lavorato in piena collaborazione». E ribadisce il cronoprogramma: «L’ultima parte della demolizione avverrà tra fine maggio e inizio giugno, ma la costruzione partirà prima: il 31 marzo».