15 anni di Facebook: le 7 cose che non ci mancano, o forse sì
C'era un tempo in cui Facebook era diverso. Quando era popolato soprattutto da adolescenti, quando si poteva usare solo sul pc perché le app erano esclusiva dei pochi eletti che avevano uno smartphone, quando era qualcosa di innovativo. Sono passati 15 anni da quando questa piattaforma è stata lanciata, il4 febbraio 2004.
In tutto questo tempo Facebookè cambiato. Si è alzata l'età media e si sono attraversate mode di ogni tipo. Tendenze che sembravano dover durare per sempre sono crollate in pochi mesi. Alcune sono state una liberazione, altre le guardiamo con un po' di nostalgia.
I compagni di classe in versioneSouth Park
«In ogni classe c'è un…». Quando si scopriva di avere un tag su un'immagine introdotta da questa frase si poteva solo incrociare le dita e sperare di non essere stati associati a un personaggio troppo imbarazzante. Il gioco era semplice. Nell'immagine c'erano diversi personaggi, tutti caratterizzati da un elemento particolare. Una di quelle che circolava di più, ad esempio, era quella ispirata alla grafica di South Park. Chi postava la foto o chi la commentava si divertiva a taggare i compagni, e così si poteva essere collegati alla Ragazza Bionda, allo Sportivo o alla Party Girl. Ecco, un gioco divertente fino a un certo punto. Probabilmente chi è stataparagonata a The Herpes Whore non ha riso così tanto.
FarmVille e i giochi su Facebook
Bestiame, mangime di diverso tipo, soldi virtuali o gemme. Verso il 2010 Facebook ospitava diversi videogiochi sulla piattaforma, uno su tutti:FarmVille. Quando si iniziava a giocare si diventava proprietari di una fattoria virtuale che andava mantenuta a suon di richieste di materiali verso amici e utenti. Le notifiche di FarmVille erano un incubo, almeno per gli utenti che erano privi di mucche fatte di pixel. Secondo il The Telegraph, FarmVille è diventata una delle app più diffuse sui social, arrivando a toccare 82,7 milioni di utenti attivi al mese.
Tutti quelli che…
«… che amano il Milan, … che sono fidanzati con il piumone, … che guardano la tv in pigiama». Quando si entra in un ambiente che non si conosce è normale cercare di aggregarsi attorno a dei punti comuni, anche se banali. La stessa cosa è avvenuta agli inizi di Facebook, quando hanno iniziato a proliferare pagine e gruppiintitolati «Tutti quelli che…» e dedicati alle attività più disparate. Lo youtuber Cane Secco aveva realizzato un video abbastanza esplicativo su questo argomento, raccogliendo un elenco con tutti i gruppi più strani trovati in rete. Il video è stato pubblicato nel 2009, quando anche YouTube era molto diverso.
L'era dei meme
Potrebbero sembrare frivoli (e forse lo sono), ma hanno modificato il modo di comunicare sui social. I meme sono elementi che si ripetono uguali a se stessi, identificano un'emozione o una condizione precisa e possono essere adattati a vari contesti. Adesso vanno molto quelli fotografici, basati sulle espressioni di personaggi più o meno noti. C'è James Van Der Beek che piange in una puntata di Dawson's Creek o Lionel Messi che fa un espressione stupita mentre alza la mano come a chiedere spiegazione. Una delle prime ondate dei meme ha avuto come protagonisti i volti di alcuni fumetti, il faccione di Forever Alone o l'espressione compiaciuta di Me Gusta. Indimenticabile il più famoso: Troll Face.
Spotted, cercasi amore online
Le pagine Facebook Spotted erano quelle che nascevano attorno a dei luoghi fisici ben precisi, spesso università. In pratica eranobacheche di annunci virtuali, in cui i moderatori pubblicavano in forma anonima i commenti degli utenti. A volte si parlava di semplice logistica, chiavi ritrovate, informazioni sui bar o sugli esami. Spesso però erano piccole dichiarazioni di amore, o di semplice interessamento. A volte questi messaggi cadevano subito nel vortice della rete, altre volte invece trovavano qualcuno disposto ad accoglierli. La pagina Spotted dell'Università Statale di Milano ha ben fissato in alto un messaggio che inizia con queste parole: «Vorrei ringraziare Spotted. Grazie a voi posso festeggiare l'anniversario di fidanzamento. Grazie a voi ho conosciuto una ragazza molto speciale».
https://www.facebook.com/SpottedUnimi/posts/721366908015542?__xts__%5B0%5D=68.ARCV7MRfJ6xf7sZROtbR60_lDS9wf1gPGh2pL9Z1s2_JJEZMTAlYHFBnRIpUo6NZm-z7FSJd8k7odXLljPxJHHLm5QwBYjw40Wuup3w1cnSzxpY1FJg5I4FaLBRK8fjUYw4spqdxyfS7fN1rQHGKSTIx2JAVBeSbwA95Zkb3T7gjcMWQkxeQp7WPT8PejHHFtSPg6-BFEa0N5eylR7iQxiNPOOuhqt3W-lruygByt_QeghzYeN9vBWOSdDbWYM_kq-kGS546NflaFWJsnqZDos5CPrEpnr-oBF3yMWsjt4EL_2kkDbAb5zaiEfzVEvIIdYqN5d8lEkvUYqiSW_I&__tn__=-R
I fumetti di Bitstrips
Fra tutte le mode di Facebook, queste era una di quelle più stimolanti. BitStrips era un' applicazione che permetteva di realizzare dei fumetti personalizzati. Si potevano inserire delle citazioni per dare voce all'immagine e taggare degli amici quando nella scena c'era più di un personaggio. Giusto per dare un tocco di originalità in più, era possibile anche scaricare creare il proprio avatar per inserirlo direttamente nel fumetto.
Buongiornissimo Kaffè!1!!1
A un certo punto non si capiva più se fossero pagine serie o troll. Certo, mancano studi e raccolte dati approfondite a riguardo, ma la percezione è che la pratica di pubblicare fotomontaggi inneggianti al buonumore stia calando. Collocare in questo elenco in ridimensionamentotutti quei post a base di cagnolini, cappuccini, cuoricini e altre parole da far terminarecon -ini non è solo una scelta giornalistica. È un augurio.
https://www.facebook.com/simpaticissimecanaglie3/photos/basw.Abo7WLoXhwvdiwrudieXO51TP0gYOFyU4n3T_npqNkWI5uZD5-8aDmrEFAv4G-6WMSWZxDqwcc0fkZ0kse1brLB7M18USJjBdumujMrrwtk6q37aNP4iCD-K5LlcOu78vdiF-NMshCD8A4nN1jNipN9G.884388418246939.985421661476947.2356746134341628.1113014325384346.10217085966922978.544427072634440/544427072634440/?type=1&opaqueCursor=Abo22FgahIVNNRLgtXMEPKDRGMu8j1QvSTcz-UBGDlq9jBm180iKQHmkSJs9CMV7h-fa961dWoNCkNN-WHSsujy3quXauts7PzJvVQmOPU3G32X2z7my24bsp1lJplpq2f9qxVpso7m7j9AkEhNNEIF4ur2fCh6LaGPY8Vyo9RnTSz6PKRQz-K1STex1m_6hA485Bv02CKfq3BFhe9ea0dwPqVHlQWMxwDeG1akfI0ssTxH0RLpSPnukJFIbuTZXhpdwGtAeLlUzA-qrZRSZdweSsXmYMcugh4O0kUdJ9Rh9NXmw19Op4QF6ecwtB–eTxoaZwwZRjJaDjqQDCdu_bjPx9MA3P614Qx8f0WcaUCmw13YDRAlb7bwMklXS8g2gH78IpTlvCRrvKPD38bCVeClaV_TmmSILEjQUpJQ50ko5KfGAq5bA6usJuEH0Eac3a8omGE0y-_Qx8xaizS2IQaqLQAwEOyYfs5e-lh85Zv7RTO3sNm5Tn9fKzB8WDxVD3bIRB3hm2uA1_EFU5QFsMbN&theater