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Cos’è il trattato missilistico «Inf» che Russia e Usa vogliono abbandonare?

03 Febbraio 2019 - 07:08 Riccardo Liberatore
L'intervista di Open a James Hansen, ex-diplomatico statunitense e giornalista: abbiamo parlato dell'uscita, per ora temporanea, della Russia e degli Stati Uniti dal trattato missilistico Intermediate-Range Nuclear Forces Treat (Inf)

Negli ultimi giorni sia il presidente americano Donald Trump che il presidente russo VladimirPutinsi sono ritirati da un trattato sul nucleare.Quando fu ratificato nel 1987, soltanto due anni prima della fine ufficiale della Guerra Fredda nel 1989, aveva lo scopo di eliminare i missili araggio intermedio:la loro presenza susuolo russo avevacreato molta apprensione in Europa. Infatti, anche se l'accordo fu siglato nella capitale americana Washington D.C., statisti europei come il cancelliere tedesco Helmut Schmidt erano tra i suoi promotori.

All'epoca il trattato aveva rappresentato un cambio di marcia importante nei rapporti tra le due superpotenze. Dopo le prove di disgelo dell'appeasement (in italiano pacificazione) degli anni '70, in seguito alla conclusione di alcunitra i conflitti più sanguinosi della Guerra Fredda – la Guerra del Vietnam si concluse soltanto nel 1975 – gli anni '80 videro invece l'occidente imporsi con più decisione nei confronti dell'Urss.

Il potere sovietico non solo stava scemando ma,con la leadership diMichail Gorbačëv, aveva assunto un atteggiamento più conciliatorio nei confronti del vecchio nemico. Rispetto ai vari accordi di non-aggressione o bellici siglati durante la Guerra Fredda – come per esempio il trattato di non proliferazione nucleare del 1968 – l'Inf rappresentava non soltanto una misura per garantire la sicurezza internazionale, ma anche per rafforzare la Nato a discapito del Patto di Varsavia, l'anti-Nato russa.

Oggi il mondo non è più diviso tra due schieramenti. Putinha criticato la scelta degli Stati Uniti sostenendo che la potenza dotata dell'esercito più grande al mondo vorrebbe un pianeta uni-polare, in cui sarebbel'unica a comandare. L'ascesa economica, politica e militare dellaCina, come la ritrovata indipendenza del continente europeo, hanno in realtà creato un mondo dove il potere è concentrato in più paesi.

PerJames Hansen, ex-diplomatico statunitense, giornalista ed editore diNota diplomatica, anche per questo il trattato non aveva più un'utilità pratica da tempo. Gli accordi siglati durante la Guerra Fredda sono stati superati dalla storia. «C'è una tendenza a pensare ai trattati come se fossero leggi, ma i trattati spesso hanno un valore soltanto finché possono essere difesi», spiega Hansen.Nel caso dell'Inf, il mancato rispetto dell'accordo da parte della Russia era già stato criticato dal precedente presidente americano Barack Obama, ma non per questo è stato considerato nullo.«Non lo considero un simbolo della nuova Guerra Fredda», afferma Hansen.

«Oggi – continua- gli Stati Uniti non hanno assolutamente paura della Russia dal punto di vista militare.Mentre l’Europa tende aessere più vulnerabile rispetto ai russi, come dimostrato dall'annessione della Crimea nel 2014, soprattutto del punto di vista energetico. Oggi la Russia è molto più concentrata sulla Cina, con cui condivide un confine indifesodi circa 3 mila 400 chilometri. E se i Russi possono mettere in difficoltà la Germania e buona parte dell'Europa occidentale chiudendo il rubinetto del gas, non possono fare altrettanto con la Cina. Questo spiega in parte gli investimenti bellici della Russia, che ha bisogno di sentirsi alla pari, dal punto di vista militare, con la Cina».

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Con l'elezione di Donald Trump, la presidenza statunitense ha riposto meno fiducia nelmultilateralismo. Durante la campagna elettorale del 2016,Trumpha più volte ostentato un atteggiamento intransigente nei confronti degli alleati e rispetto agliaccordi internazionali firmati dai suoi predecessori. «L'atteggiamento di Trump prende spunto da un fatto preciso, lo spostamento dei missili russi negli ultimi anni in una posizione strategica più vicina all'Europa e ai loro interessi nel Medio Oriente – chiarisce Hansen – Oggi negli Stati Uniti come altrove, si ha poca percezione di quello che è stata per la mia generazione la Guerra Fredda. Non è un argomento che può appassionare molto l'elettore medio, anche se può essere utile rappresentare la Russia come il nemico».

Ad ogni modo, per adesso l'uscita della Russia e degli Stati Uniti dall'accordo è soltanto temporanea. Se ne riparlerà tra sei mesi circa.«Né la Russia né gli Stati Uniti hanno un vero interesse a dare inizio a un conflitto militare traloro. Non vorrei minimizzare l'importanza di questo evento, ma non credo che dal punto di vista geopolitico avrà un grande effetto. È un sintomo infelice di un imbarbarimento della diplomazia».

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