La piattaforma di criptovalute che, dopo la morte del fondatore, nessuno riesce a sbloccare
Era l’unico a conoscere la password. E ora che è passato a miglior vita sembra sia impossibile sbloccare 150 milioni di dollari di criptovalute. Gerald Cotten, 30 anni, fondatore dell’exchange canadese QuadrigaCX, conosciuto come il “re dei bitcoin”, ha perso la vita alla fine dello scorso anno, senza aver mai condiviso con nessuno il codice di accesso alla piattaforma, ora bloccata.
Gli investitori che avevano affidato il loro denaro al portale di Cotten, tra le più importanti piattaforme di exchange, rischiano così di vedere andare in fumo tutti i Bitcoin e le altre criptovalute depositate su QuadrigaCX. Nonostante tutti i tentativi di bucare il sistema di protezione concepito dal fondatore della piattaforma, il sistema resta inaccessibile e i soldi bloccati. Il tesoretto comprende: 26.500 bitcoin, 11mila bitcoin Cash, 11mila bitcoin SV, 35mila bitcoin Gold, 200mila Litecoin e 430mila Ethereum.
Neanche la moglie di Cotten ha idea di come accedere al computer di suo marito, morto il 9 dicembre in India dopo alcune complicazioni legate al morbo di Crohn, di cui era affetto. Per questo, la vedova ha ingaggiato un esperto che potesse cercare di superare i diversi sistemi di protezione e crittografia. Ma l’esperimento non ha, per ora, avuto successo.
La donna ha parlato della vicenda sotto giuramento: «Il laptop che Gerry usava per gestire l’azienda è criptato – si legge sul Sole 24 Ore – e io non ho idea di dove sia la password. Nonostante le mie diligenti ricerche non ho trovato password o private key da nessuna parte. Ho assunto un esperto di sicurezza altamente qualificato, Chris McBryan, per cercare di recuperare le informazioni. Il signor McBryan è riuscito a recuperare alcuni dati dai telefoni e da altri pc di Gerry ma non è riuscito ad accedere al computer principale».
Dopo la morte di Gerald Cotten è stata anche avviata un’indagine per via delle diverse insinuazioni che circolavano da più parti, secondo cui il 30enne non era realmente morto e la vicenda fosse tutta una messa in scena organizzata, parte di una truffa milionaria. La vedova ha dunque presentato un certificato di morte, riconosciuto come valido, per allontanare qualunque dubbio sul decesso e sulla truffa.
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Sul portale QuadrigaCX si legge ora un messaggio di scuse rivolto agli utenti: «Nelle scorse settimane, abbiamo lavorato a lungo per risolvere i nostri problemi di liquidità, che includono il tentativo di localizzare e proteggere le nostre riserve di criptovaluta. Sfortunatamente, questi sforzi non hanno avuto successo».