Scontro Salvini-Anpi:«Negano le foibe. Rivediamo i contributi»
Il convegno non c'è ancora stato ma la polemica è già in corso. A Parma il 10 febbraio dovrebbe tenersi un convegno sulle foibe, l'uccisione di civili italiani da parte dei partigiani jugoslavi e dei servizi segreti del dittatore comunista Josip Broz Tito, durante la fine della seconda guerra mondiale e l'immediato dopoguerra. Il convegno è stato organizzato dall'Anpi, l'Associazione Nazionale Partigiani Italiani. L'impostazione non è piaciuta alla destra italiana. Barbara Saltamartini, presidente della commissione Attività produttive ha accusato l'Anpi di negazionismo e il deputato di Fratelli d'Italia Tommaso Foti ha annunciato un'interrogazione. A loro si è unito anche il vicepremier Matteo Salvini, che ha minacciato l'Anpi: «È necessario rivedere i contributi alle associazioni, come l'Anpi, che negano le stragi fatte dai comunisti nel dopoguerra».
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La presidente nazionale dell'Anpi, Carla Nespolo, ha preso le distanze dall'evento di Parma, scontentando alcuni membri: «Sia la frase sulla pagina Facebook dell’Anpi di Rovigo che l’iniziativa di Parma non sono condivisibili e offrono uno straordinario pretesto di polemica a chi è molto più amico di Casapound che dell’Anpi». Sulla pagina Facebook dell'Anpi dove viene riportata la sua dichiarazione, alcuni utenti hanno appoggiato l'iniziativa dell'Anpi di Parma, difendendo l'evento dalle accuse di negazionismo. Nespolo ha inoltre precisato che l'Anpi non riceve finanziamenti dal Governo ma «come per tutte le associazioni riunite nella Confederazione italiana tra le associazioni combattentistiche e partigiane» riceve contributi per «progetti di ricerca che vengono accolti dal ministero della Difesa, sulla base di precise proposte e dopo aver ottenuto parere favorevole delle commissioni Difesa della Camera e del Senato».
Il convegno organizzato a Parma dall'Anpi prevede una lezione dello storico Sandi Volk dal titolo «I morti delle foibe riconosciuti dalla legge: 354, quasi tutti delle forze armate dell'Italia fascista» seguito dalla lettura di una serie di «testimonianze di antifascisti e partigiani» e la proiezione di due video: «La foiba di Basovizza: un falso storico» di Alessandra Kersevan e «Norma Cossetto: un caso tutt'altro che chiaro» di Claudia Cernigoi.