Aborto, la Liguria approva una mozione pro-vita
Il consiglio regionale ligure ha dato l'ok a una mozioneche impegna laGiunta ad attuare la parte pro-vitadella legge 194. Matteo Rosso, capogruppo Fratelli d'Italia e autore della proposta, ha affermato che dovrebbero essere messe in pratica misure che tutelano la maternità. «La legge 194 è conosciuta e considerata come la legge sull’aborto ma ciò che molto spesso viene disatteso è che la legge è a tutela della maternità e delle donne», ha affermato Rosso.«I consultori dovrebbero aiutare a superare le cause che possono indurre la donna a abortire, in particolar modo se queste hanno natura economica, sociale e familiare».
La misura è stata approvata con 17voti favorevoli (centrodestra), 6 contrari (Pd) e 5 astensioni(M5S e Rete a Sinistra-LiberaMente Liguria). Per AliceSalvatore(capogruppo M5s) «la legge 194 non si esaurisce nel testo deficitario della mozione, che tralascia il principio di autodeterminazione della donna e non garantisce la presenza in tutti i presìdi ospedalieri del personale medico non obiettore di coscienza».Dopo lunghe discussioni è stato però approvato un emendamentoche mira a salvaguardareil principio di autodeterminazione della donna.
Una scelta simile è stata presaadottobre a Verona, dove il consiglio comunaleha approvato una mozione che dichiara la cittàveneta«a favore della vita»e finanzia associazioni cattoliche che prevedonoiniziative contro l'aborto. In aula erano presenti anche le attiviste del gruppo«Non una di meno», vestitecon i costumi della serie tv «Handmaid’s Tale»un rimando alla distopiamisoginacreatadalla scrittrice Margaret Atwood. In quell'occasione, lacapogruppo Pd Carla Padovani aveva votato a favore della mozione, dichiarando che «la vita è valore universale e non di partito.Ho votato secondo coscienza. Sulla legge 194 non mi sembra che ilPdabbia una linea chiara. Non mi aspettavo tutte queste polemiche».
Verona, 24 novembre 2018
La deputata Pd RaffaellaPaitaha commentato invece la mozione ligure conuna nota severa:«Più che un progresso, stiamo assistendo a un ritorno al passato più oscuro. Lo dico come donna e come parlamentare, essendo molto preoccupata anche per quello che sta accadendo sul piano nazionale con il ddl Pillon. Sulle tematiche dei diritti non si scherza e soprattutto non si fa becera campagna elettorale. Daremo battaglia, come donne, come democratici, come difensori dei diritti».