Caso Cucchi: anche un generale indagato per depistaggio
C'è un nuovo indagato nell'inchiesta bis della procura di Roma sui depistaggi attorno al caso Cucchi: è il generale dei carabinieri Alessandro Casarsa, fino a gennaio capo dei corazzieri, attualmente in attesa di una destinazione e nel 2009 da colonnello comandante del Gruppo Roma. Il generale sarebbe indagato per falso in atto pubblico, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera.
Casarsa va quindi ad aggiungersi agli ufficiali già finiti sotto inchiesta per aver manipolato le relazioni sullo stato di salute di Stefano Cucchi. Interrogato dal procuratore Giuseppe Pignatone e dal sostituto Giovanni Musarò, Casarsa ha negato le accuse, dichiarando di essere estraneo a qualsiasi tentativo di depistaggio sulla morte di Cucchi.
ANSA|Il generale Alessandro Casarsa
La vicenda che ha coinvolto Casarsa è quella relativa alle annotazioni di servizio sullo stato di salute del 31enne romano che sarebbero state modificate la notte dell'arresto. Le note erano state redatte dai carabinieri Gianluca Colicchio e Francesco di Sano, ai quali dopo la morte del detenuto era stato chiesto di riportare sulle sue condizioni fisiche.
Il luogotenente Massimiliano Colombo Labriola, comandante della stazione dei carabinieri di Roma-Tor Sapienza, ha dichiarato che le note furono inseguito modificate dopo la richiesta del maggiore Luciano Soligo. Secondo Colombo, il maggiore era al telefono con un superiore a cui si riferiva chiamandolo «signor colonnello».
Le annotazioni furono spedite all'allora capo dell’ufficio comando del Gruppo Roma, il tenente colonnello Francesco Cavallo, che le rimandò indietro modificate con l'appunto "meglio così". Secondo l'inchiesta dalle relazioni erano spariti le descrizioni dei «forti dolori al capo e giramenti di testa», insieme alle difficoltà camminare, tremori e dolori al costato lamentati da Cucchi.
Il carabiniere Di Sano accettò di firmare la nuova relazione modificata, mentre Colicchio si rifiutò. Cavallo ha detto ai pm di non ricordare le modifiche, ma che in ogni caso tutto fu deciso in accordo con il comando del Gruppo Roma e che ad occuparsene fu anche il suo superiore, il colonnello Casarsa.