Chi è Paul François, l’agricoltore che oggi porta in giudizio la Monsanto (per la quarta volta)
Non si ferma la battaglia di Paul François contro la multinazionale dei pesticidi Monsanto. L'agricoltore francese era stato colpito da un'intossicazione nel 2004, mentre controllava il serbatoio di uno spruzzatore agricolo. Tornato al lavoro dopo cinque settimane, aveva cominciato a soffrire di gravi disturbi – emicrania, vomito e notevoli problemi di linguaggio - a cui era seguito un lungo ricovero in ospedale. Dopo la diagnosi di un importante deficit celebrale, l'agricoltore – che ha 54 anni – aveva dovuto sottoporsi a una risonanza magnetica ogni sei mesi.
«Sono determinato, ma anche affaticato, questa cosa deve finire», ha dichiarato Paul François che mercoledì 6 febbraio apparirà per la seconda volta davanti alla corte d'appello di Lione. La sua battaglia legale contro l'azienda americana è durata più di un decennio. Nel 2005 Il coltivatore di cereali ha cominciato a indagare a sue spese, scoprendo – sostiene – che il colpevole della malattia che l'aveva colpito era il Lasso, un componente altamente tossico presente all'interno degli erbicidi usati dalla Monsanto.
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Paul Francois ha deciso a quel punto di fare causa al gigante degli Ogm, ritenendolo responsabile di non aver informato adeguatamente sui rischi legati al pesticida. Nel 2012 il tribunale ha giudicato Monsanto colpevole, condannandola a risarcire la vittima. Una sentenza che ha fatto scalpore in tutto il mondo. L'azienda proprietaria della Bayer non si è arresa e ha fatto ricorso in appello. Quando la sentenza è stata confermata dalla Corte di Appello di Lione nel 2015, la multinazionale si è rivolta alla Cassazione, che nel luglio 2017 ha annullato la decisione dei giudici d'appello, evidenziando un errore di forma nella documentazione. La corte che sarà chiamata a riesaminare il caso dovrà verificare se il pesticida sia realmente dannoso.
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Secondo François Lafforgue, l'avvocato di Paul François, «c'è speranza» che il suo cliente vinca finalmente la causa. «Ci sono tutti gli elementi» per determinare la responsabilità di Monsanto, ha dichiarato Lafforgue. L'azienda potrebbe appellarsi al fatto che la tossicità del Lasso non era nota, in mancanza di prove scientifiche. L'avvocato di Paul François si è detto comunque fiducioso: «La pericolosità del Lasso è conosciuta e constatata da tutta la letteratura scientifica», ha affermato. «Già nel 1993 l'Istituto Nazionale di Ricerca Scientifica aveva reso disponibile un rapporto tossicologico sulla pericolosità del monoclorobenzene, il solvente presente nel Lasso». Paul François è anche presidente dell'associazione Phyto-victimes, un'organizzazione che tutela oltre 10.000 persone, che si dichiarano vittime dei prodotti pesticidi. La sentenza del 6 febbraio potrebbe finalmente mettere la parola fina a una vicenda che si protrae da dodici anni.