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Al via lo sgombero del Cara di Mineo: fuori i primi 50 migranti, a dicembre si chiude

07 Febbraio 2019 - 09:53 Charlotte Matteini
Il primo gruppo di 50 migranti partirà oggi, giovedì 7 febbraio, poi, sempre entro fine mese, sarà la volta di altre 100 persone

Al via lo sgombero del Cara di Mineo. È partito questa mattina il trasferimento degli ospiti del Centro di accoglienza per richiedenti asilo collocato in provincia di Catania. Un primo blocco di 50 immigrati sta per essere trasferito in altri istituti: 25 richiedenti asilo andranno a Trapani, altri 15 a Siracusa e 10 a Ragusa. Da quanto si apprende, tutti gli ospiti trasferiti risultano essere maschi adulti senza figli, residenti al Cara da molti anni.

Entro la fine del 2018 è prevista la chiusura definitiva del centro di accoglienza di Mineo, così come da volontà annunciata dal ministro dell'Interno Matteo Salvini. I 500dipendenti della struttura sono in allarme perché la chiusura porterà inevitabilmente alla perdita di centinaia di posti di lavoro, con pesanti riflessi anche sull'indotto.

Per quanto riguarda le famiglie con bambini e gli ospiti ritenuti più vulnerabili, nessun trasferimento al momento sembra essere stato predisposto. Lo sgombero del Cara di Mineo proseguirà nelle prossime settimane con il trasferimento di altri 50 migranti, che partiranno il 17 febbraio, e un ulteriore gruppo da 50 in partenza per il 27 dello stesso mese.

Attualmente, Mineo risulta essere il centro di accoglienza per richiedenti asilo più grande di tutta Europa: gli ospiti totali al momento sono 1.244 ma già da domani diventeranno meno di 1.200 e nel giro di pochi mesi il numero andrà via via diminuendo fino allo smantellamento totale della struttura.

Il sindaco di Mineo, Giuseppe Mistretta, giunto questa mattina davanti alla sede del Cara da dove oggi partiranno i primi 50 migranti, ha dichiarato: «Dal ministro Salvini vorrei un riconoscimento per il nostro territorio che è stato così pesantemente violentato dallo Stato indipendentemente dai governi che si sono susseguiti e che oggi ha necessità di avere i giusti riconoscimenti per i sacrifici fatti».

«Siamo italiani come gli altri, più degli altri perché abbiamo fatto il nostro dovere in silenzio. L'allora ministro Roberto Maroni – ha sottolineato Mistretta – aveva preso degli impegni con il nostro territorio: nel Patto per la sicurezza c'era scritto che bisognava compensare l'economia tradizionale che avrebbe potuto ed è stata danneggiata dall'istituzione del Cara. Vorrei sapere dal ministro Salvini se manterrà questi impegni, sia sul piano economico e della sicurezza del nostro territorio», ha concluso il sindaco di Mineo.

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