CasaPound in piazza: «Resisteremo allo sgombero. Anche fisicamente»
Sono scesi in piazza, in Campidoglio, per dire no allo sgombero della palazzina occupata da 15 anni a via Napoleone III a Roma, in pieno centro a due passi dalla stazione Termini. Sgombero che resta una realtà lontanama contro cui alcune decine di militanti di CasaPound hanno manifestato oggi, 8 febbraio, dopo che nelle scorse settimane l'Assemblea Capitolina ha votato una mozione che impegna la sindaca a procedere a tutti gli atti per richiedere lo sgombero immediato dello stabile.
Al grido di «Raggi, Raggi, vaffanculo», i militanti di estrema destra che si definiscono "fascisti del terzo millennio" hanno esposto uno striscione con scritto «Raggi sindaco di Rom e clandestini». «Sindaco, perché si dice così», urla al megafono Andrea Antonini di CasaPound. «Invece di perdere tempo a chiedere lo sgombero di posti che nemmeno le competono, come CasaPound» – lo stabile è di proprietà del demanio, non del Comune, rivendicano – «la Raggi si occupi di rifiuti per strada, topi in Campidoglio, autobus che vanno a fuoco o case popolari». Non è ora di lasciare questo stabile occupato illegalmente da 15 anni, sostengono. «Qui ci sono 18 famiglie italiane in emergenza abitativa.Prima ci sono tante occupazioni a sinistra da sgomberare. Poi ne riparliamo», tuona Antonini. «Siamo pronti a resistere, anche fisicamente».
«Da lì non ce ne andiamo», gli fa eco Carlotta Chiaraluce, coordinatrice di Cpi nel X municipio di Ostia. «È una strumentalizzazione politica. Siccome sembra che il M5s al governo stia da tutt'altra parte, a Roma con la Raggi provano ad andare a sinistra. Per questo ci attaccano».
Le proteste di CasaPound «sono medaglie al valore», commenta il Movimento 5 Stelle Roma. «Rispediamo i volgari insulti al mittente e ci auguriamo che lascino al più presto l'immobile di via Napoleone III, che occupano abusivamente».