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A Sanremo vince Mahmood: come hanno reagito i difensori della «razza» italica

10 Febbraio 2019 - 06:23 David Puente
La vittoria di dell'italo-egiziano a Sanremo ha scatenato alcuni utenti e personaggi noti che considerano le sue origini come un problema. Tra questi una papabile conduttrice Rai

Mahmood vince il Festival di Sanremo e, tra i festeggiamenti, parte la gogna dell’intolleranza social. «Secondo voi, al Festival della Canzone Italiana puoi mai vincere un Italiano? Ovviamente no, grazie a tutti i comunisti, questo è il vostro ultimo anno», scrive Francesco su Twitter per poi ritrovarsi un altro Francesco, il musicista Frankie hi-nrg mc, che gli risponde con ironia: «Hai ragione, fava, ha vinto un sardo». Il cantante è nato a Milano, la madre italiana e il padre egiziano, ma è a causa delle origini paterne che ora i i difensori della «razza» italica gridano allo scandalo.

Maria Giovanna Maglie, probabile conduttrice di una striscia di approfondimento serale come quello di Enzo Biagi dopo il TG1, non si dimostra affatto contenta di questa vittoria e insinua che qualcosa sia stato «privilegiato sulla qualità di una canzone». Lo fa attraverso due tweet dove scrive la parola «meticciato» e punta il dito sulle «facce» della giuria, il tutto per avviare una discussione che va oltre la musica e la competizione stessa. Il significato di «meticcio» è indubbio, dall’individuo «nato da un genitore di razza bianca e da uno di razza diversa» a «ibrido tra individui di razza diversa» (Treccani). Come se non bastasse, la Maglie pubblica alcune critiche, secondo le quali la canzone vincitrice riporterebbe dei riferimenti alla religione musulmana, ma il testo è tutt’altro che un inno alla religione e alla cultura araba.

Un vincitore molto annunciato Si chiama Maometto, la frasetta in arabo c’è, c’è anche il Ramadan e il narghilè, e il meticciato è assicurato. La canzone importa poco, Avete guardato le facce della giuria d’onore? (@mgmaglie, 10 feb 2019 ore 1:48)

Meticciato:Combinazione di elementi linguistici o culturali di diversa provenienza o natura. In questo caso privilegiato sulla qualità di una canzone. Per il resto, il razzismo e’-nella testa di chi legge e vorrebbe impedire il pensiero critico (@mgmaglie, 10 feb 2019 ore 2:25).

La canzone non è un elogio al mondo arabo o alla religione musulmana, ma racconta di come i soldi cambino le relazioni all’interno di una famiglia. Benché il testo non sia esplicitamente biografico, viene criticata la figura del padre – in alcune interviste rilasciate dal cantante viene definito un «fantasma» – che predica bene e razzola male («Bevi Champagne sotto Ramadan») e che pensa ad altro e non alla famiglia.

Reazioni diverse arrivano da chi in Rai ci lavora. Elisa Isoardi, già ex fidanzata di Matteo Salvini e oggi conduttrice televisiva nella TV di Stato, pubblica su Instagram una frase completamente contraria a quella dei difensori della «razza» italica: «Mahmood ha appena vinto il festival di Sanremo. La dimostrazione che l’incontro di culture differenti genera bellezza». In entrambi i casi, sia Maglie che Isoardi sottolineano l’origine di Alessandro come se fosse l’elemento chiave della vittoria.

Niente da fare, molte persone hanno preferito parlare di altro anziché riconoscere i meriti di un ragazzo noto da anni, che pian piano ha toccato la vetta della musica italiana, dall’edizione di Sanremo del 2016 ad oggi, come spiega questo tweet:

Comunque nelle Nuove Proposte di Sanremo 2016 c’erano @frankgabbani, @MetaErmal e @Mahmood_Music, che nei tre anni successivi hanno vinto la categoria Big. Carlo Conti ha avuto l’occhio lungo, lunghissimo. @PopTopoi

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