Dalle buddiste alle giapponesi: la rivolta delle donne contro San Valentino
Più di 6 mila chilometri di distanza, usi e costumi differenti, Eppure le donne giapponesi e le buddiste dello Sri Lanka hanno qualcosa in comune: l'odio per San Valentino. Da entrambe le parti la critica è rivolta all'aspetto commerciale della festa: le buddiste si sono trovate per un raduno contro l'eccessivo consumismo legato a San Valentino, mentre le giapponesi sembrano aver deciso di boicottare la tradizione del «regalo forzato» per cui devono regalare il 14 febbraio cioccolatini ai loro colleghi maschi.
In Giappone esiste una tacito accordo tra colleghi: le donne portano cioccolatini agli uomini per San Valentino, mentre gli uomini ricambiano il 14 marzo durante il White Day. Negli ultimi anni molte lavoratrici hanno iniziato a boicottare l'usanza associandola a un abuso di potere e rifiutandosi di portare doni in ufficio. Dopo le polemiche, alcune aziende hanno addirittura deciso di vietare la tradizione nei loro uffici.
Secondo un recente sondaggio quest'anno soltanto il 35% delle lavoratrici giapponesi porterà i cioccolatini ai colleghi, mentre il 56% comprerà i dolci, ma per regalargli ai familiari, mentre il 36% li donerà al partner.
«Sono contenta che l'azienda per cui lavoro abbia introdotto il divieto, prima dovevamo preoccuparci di quale marca dovevamo comprare i cioccolatini, quanto spendere. Basta con la cultura dei regali forzati», ha detto una lavoratrice giapponese a Japan Today.
Mentre le donne giapponesi contrastavano la tradizione, quelle buddiste scendevano in campo per opporsi all'eccessivo consumismo legato alla festa di San Valentino. Migliaia di giovani buddiste si sono radunate nello stadio Sugathadasa di Colombo, in Sri Lanka, per partecipare all'incontro «Yovun Daham Sakmana». L'obiettivo del raduno era proprio quello di far riflettere sulla festa di San Valentino e sul fatto che seguendo ciecamente le celebrazioni si trascurano i principi buddisti di amore, affetto e benedizione sulle cose viventi.