La presunta “truffa” del televoto non esiste. Ecco perché
Ultimo si sfoga su Instagram e lo fa contro i giornalisti che hanno votato a favore di Mahmood ribaltando la«decisione del popolo». Ci troviamo di fronte a un cantante populista? Sarebbe una sentenza sgradevole, considerando il rapporto che si è creato tra lui e la sala stampa durante il Festival, dove qualche giornalista si è permesso di insultare i finalisti elo stesso Ultimo durante la conferenza stampa finale.
Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
In termini di «posizionamento» – parliamo sostanzialmente di marketing – la scelta di cavalcare questa polemicanon sarebbe sbagliata. Forte di un televotoche lo vedeva favorito, il videogli permette di rafforzare un rapporto con un pubblico che contesta il risultato. Al di là delle probabili scelte di comunicazione, risulta evidentela rabbia del ragazzo che non è presente insieme agli altri finalisti nella foto di rito pubblicata nella copertina diTV, Sorrisi e Canzoni.
A sinistra la copertina di TV, Sorrisi e Canzoni del 2017 con i tre finalisti, a destra quella del 2019 senza Ultimo.
Il problema del «televotopopolare»
Estraniandoci dallo sfogo di un ragazzo di fronte a una sconfitta che senz'altro brucia, l'episodio sanremese è stato cavalcato dal mondo della politica e in particolare di Lega e Movimento 5 Stelle, il primo per interessi del Ministro dell'Interno Matteo Salvini che tifava per Ultimo e per i secondo in merito al loro cavallo di battaglia della «democrazia diretta».Avevamo spiegato in un articolo precedente del perché applicare solo il televotoper decidere il vincitore del Festival sia un errore. Questo può essere manipolato a pagamento, o semplicemente«sporcato» avendo tutti la possibilità di votare almeno due volte dal proprio numero di cellulare – o più numeri se in proprio possesso – e il telefono fisso di casa. Che sia voto elettronico o televoto, la sicurezza non è affatto garantita.